29 aprile 2024
Aggiornato 14:30

Europee: ultima chiamata per Strasburgo, affluenza minima

Verso una batosta per Gordon Brown e un'ondata di anti-europeismo

BRUXELLES - Elezioni europee in dirittura d'arrivo, con l'ennesimo fiasco elettorale annunciato per Gordon Brown in Gran Bretagna e per il resto dei Ventisette la minaccia di un astensionismo record oltreché di un'ottima performance delle forze populiste ed euroscettiche. Con un ultimo sforzo a favore della mobilitazione, il presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso ha invitato i cittadini dell'Unione europea a recarsi alle urne per eleggere i deputati dell'europarlamento, «un'assemblea - ha osservato - che diventa ogni giorno più importante».

«Mi piacerebbe che la tendenza a una partecipazione in calo si rovesciasse» ha dichiarato Barroso, conversando con i giornalisti al seggio di Lisbona dove ha votato. Il presidente della Commissione ha ricordato che soltanto «vent'anni fa in molti paesi che sono oggi nell'Ue, non si poteva nemmeno votare liberamente». Nelle consultazioni che si sono articolate in quattro giorni, da giovedì a oggi, circa 388 milioni di europei sono stati chiamati ad eleggere i loro 736 rappresentanti al parlamento comunitario.

La maggior parte dei paesi, come la Francia, la Germania, la Spagna o la Polonia hanno cominciato a votare soltanto oggi. I primi risultati ufficiali sul colore politico del parlamento saranno diffusi a partire dalle 22, ma già all'inizio della serata i vari exit poll nazionali dovrebbero fare emergere la tendenza.

ASTENSIONE RECORD? - Si profila in ogni caso un dato di astensioni record, dopo che nel precedente scrutinio si era toccato un già pessimo 54,6%. Fra i motivi, c'è senza dubbio un europarlamento ritenuto troppo lontano dagli elettori, e una mancanza di contenuti chiari di questa tornata elettorale.

I media stranieri giudicano il voto un test fondamentale per il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, dopo le polemiche sulla sua vita privata che continuano ad attrarre l'interesse della stampa europea: oggi ci tornano il Pais e il Sunday Times con diversi pezzi e angolature, ma anche altre testate come l'Observer.

Nei Paesi Bassi, la partecipazione è scesa dal 39,2% del 2004 all'attuale 36,5%. In Francia, i sondaggi prevedono un tasso d'astensione fra il 56% e il 62%, rispetto al 57,2% delle precedenti consultazioni europee. In Germania, il paese che elegge il maggior numero di eurodeputati, gli elettori potrebbero mobilitarsi un po' di più per via della concomitanza con il voto amministrativo, ma sono comunque soprattutto concentrati sulla prospettiva di fine settembre, quando si svolgerà il voto amministrativo.

Lo scarso interesse costituisce un terreno favorevole per i partiti nazionalisti e anti europei, o quantomeno euroscettici, che capitalizzano sulle difficoltà dei governi davanti alla crisi finanziaria, sulla paura dell'immigrazione e sulla crescente disaffezione dell'elettorato nei confronti dell'Europa.

Un esempio significativo, in tal senso, sono i Paesi Bassi dove il Pvv «il Partito per la Libertà» di Geert Wilders ha quasi triplicato i propri consensi, trionfando con un 17%. La spartizione dei seggi all'europarlamento dovrebbe essere così ripartita: cinque ai cristiani democratici del Cda, quattro alla formazione xenofoba di estrema destra Pvv e tre con ogni probabilità destinati ai laburisti in caduta libera di consensi con il dimezzamento del rispetto a cinque anni fa.

Una cosa simile sembra essere ipotizzabile anche in Austria dove il partito di estrema destra Fpoe dovrebbe essere riuscito nell'impresa di triplicare in soli cinque anni i consensi passando dal 6,31% delle preferenze a un ipotetico 14-17%. Il vento di destra però soffia anche nell'est. I sondaggi infatti prevedono sia per le repubbliche baltiche di Estonia e Lituania che per la Polonia e l'Ungheria una vittoria dei partiti di destra.

REGNO UNITO - Nel Regno Unito, invece, nonostante non sia possibile comunicare l'esito del voto per le Europee prima che tutti i Paesi dell'Ue l'abbiano fatto, il dato che emerge dalle elezioni elezioni locali, annuncerebbe una delle peggiori sconfitte mai sofferte nella lunga storia del Labour Party. Una batosta che ha portato il primo ministro Gordon Brown sia a fare un rimpasto di governo che comunque rimane, almeno per i ministeri chiave, sostanzialmente uguale a quello appena licenziato, sia ad ammettere: «Mi assumo le mie responsabilità, le lezioni sono state una dolorosa sconfitta per il Labour». Anche qui, si teme che gli antieuropeisti dell'Ukip possano superare il 20% dei consensi, superando addirittura la forza di governo.

Più in generale, in Europa, i sondaggi prevedono una vittoria per i partiti di destra che governano già in una ventina di paesi sui 27 membri dell'Unione. I grandi equilibri del parlamento dovrebbero comunque restare pressoché inalterati con la sinistra socialdemocratica che, incapace di trarre beneficio dalla crisi, resterà la seconda forza politica dietro il centrodestra e davanti ai Liberali.