2 maggio 2024
Aggiornato 05:00

Gay, Pentagono: continua politica «non chiedere, non dire»

Militari gay tengono sotto chiave la loro vita privata

WASHINGTON - Il Pentagono informa che intende proseguire l'attuale politica nei confronti dei militari gay, basata sul principio «non chiedere, non dire». Il portavoce del Dipartimento della Difesa Usa, Geoff Morrell, ha detto che i vertici dell'esercito hanno avuto solo dei primi contatti con la Casa Bianca in merito a questa vicenda a lungo discussa.

Dal 1993, nell'esercito Usa vige la norma - creata come compromesso dalla prima amministrazione Clinton - che gli omosessuali possono essere espulsi dall'esercito se dichiarano esplicitamente le loro preferenze sessuali. In teoria, i superiori dovrebbero però astenersi dall'indagare sull'orientamento sessuale dei soldati, anche se il sospetto di un comportamento omosessuale è base sufficiente per lanciare un'inchiesta.

«Non credo che ci sia il progetto di annullare la politica del 'non chiedere, non dire'» ha detto Morrell. Ma quella che alcuni definiscono piuttosto una politica dello struzzo era stata condannata in campagna elettorale da Barack Obama; l'attuale presidente si era impegnato, se fosse giunto alla Casa Bianca, a cancellare la norma che obbliga di fatto i militari gay a tenere sotto chiave la loro vita privata.

Secondo il portavoce la questione è già stata discussa sia dal ministro della Difesa Robert Gates che dal Capo di Stato maggiore, Mike Mullen. «Sanno cosa il presidente vuole fare sulla questione» ha detto il portavoce. «Ma non credo che ci sia l'intenzione di uno sviluppo immediato per la cancellazione di questa politica».