19 aprile 2024
Aggiornato 18:30

Papa a Israele: «Sicurezza possibile se c'è giustizia per tutti»

A Peres e Nethanyahu: «Serve accesso a scuola, casa e lavoro»

GERUSALEMME - Il «vero interesse» di una nazione «viene sempre servito mediante il perseguimento della giustizia per tutti»: è l'ammonimento pronunciato dal Papa di fronte al presidente e al premier israeliani, Shimon Peres e Benjamin Netanyahu, in un passaggio dedicato al tema della «sicurezza durevole» del suo discorso al palazzo presidenziale.

Pur senza entrare esplicitamente nelle controversie sulla sicurezza tra israeliani e palestinesi, Benedetto XVI ha affermato che «i valori e i fini autentici di una società, che sempre tutelano la dignità umana, sono indivisibili, universali e interdipendenti. Non si possono pertanto realizzare - ha detto - quando cadono preda di interessi particolari o di politiche frammentarie». La società, ha proseguito, non può diventare «una comunità di nobili aspirazioni, dove a tutti di buon grado viene dato accesso all'educazione, alla dimora familiare, alla possibilità d'impiego, una società pronta ad edificare sulle fondamenta durevoli della speranza?». E ancora, in implicito riferimento alle vittime del terrorismo palestinese e degli attacchi militari israeliani: «Quali genitori vorrebbero mai violenza, insicurezza o divisione per il loro figlio o per la loro figlia? Quale umano obiettivo politico può mai essere servito attraverso conflitti e violenze?».

Per Ratzinger, in termini più spirituali, «sicurezza, integrità, giustizia e pace: nel disegno di Dio per il mondo esse sono inseparabili». Citando poi il profeta Isaia, il Papa ha affermato: «Praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre». A monte, per Benedetto XVI, è necessaria una «conversione dei cuori» che «obbliga a guardare l'altro negli occhi e a riconoscere il 'tu' come un mio simile, un mio fratello, una mia sorella».