Stampa araba svela piano Obama per pacificare Medio Oriente
Fitta consultazione tra leader arabi moderati per accoglierlo
Un piano del presidente americano Barack Obama per risolvere il conflitto arabo-israeliano sarebbe stato affidato al Re giordano Abdallah II che starebbe facendo la spola tra i leader arabi moderati per raggiungere una piattaforma comune - che non esclude la Siria - che dovrebbe culminare con l'annuncio di una nuova iniziativa di pace con Israele magari con un vertice straordinario dei capi di stato arabi. E' quanto emerge da indiscrezioni raccolte dal quotidiano arabo al Quds al Arabi.
Citando fonti palestinesi che definisce di 'alto profilo', Il giornale arabo edito a Londra, titola oggi che «sulla base di una richiesta americana trasmessa dal sovrano giordano Abdallah II ai capi di stato egiziano e saudita, i leader arabi stanno discutendo la rielaborazione dell'iniziativa di pace (approvata nel summit della Lega araba a Beirut nel 2002) per far cadere il diritto di ritorno e accelerare la normalizzazione» con lo stato ebraico». Secondo il quotidiano, il re giordano, reduce dal recente viaggio a Washington, avrebbe parlato delle «richieste americane» al presidente dell'Anp Abu Mazen e anche al ministro degli Esteri siriano Walid al Muallem nella sua visita ad Amman di lunedi scorso. Lo stesso Abdallah è stato ricevuto dal sovrano saudita a Riad ed oggi è previsto un suo incontro con il presidente egiziano Hosni Mubarak al quale si dovrebbe aggiungere anche Abu Mazen.
Secondo le fonti palestinesi il piano che i leader arabi stanno elaborando dietro le richiesta dell'amministrazione Usa prevede tra l'altro: «la dislocazione dei profughi palestinesi in vari paesi arabi permettendo a chi vuole rientrare di farlo nei soli territori palestinesi sui quali dovrebbe sorgere uno stato palestinesi disarmato». La definizione dei confini (del 1967) dovrebbe avvenire «dopo uno scambio di territori tra le autorità palestinesi e Israele».
Nel frattempo, l'amministrazione Usa avrebbe chiesto agli stati arabi di «fissare un calendario temporale per la normalizzazione e l'istituzione di relazioni diplomatiche con lo stato ebraico in modo da incoraggiare Israele a compiere passi pratici che permettono la costituzione dello stato palestinese».
Il piano, che i leader arabi dovrebbero secondo le fonti palestinesi, approvare «magari in un vertice straordinario dei capi di stato arabi», prevede anche che «in tutte le capitali arabe sia alzata la bandiera di Israele»: In cambio «la bandiera palestinese sventolerà sui quartieri arabi di Geruslemme est che sarà proclamata capitale dello stato palestinese». Mentre «sulla città vecchia e nei luoghi di culto comuni a musulmani, ebrei e cristiani sarà issata la bandiera dell'Onu.
Ma è la questione dei profughi che Israele rifiuta il loro ritorno che sembra ad essere decisiva: «fitte consultazioni» sarebbero in corso tra i leader arabi per raggiungere l'intesa che «fissi un tetto temporale alla normalizzazione e risolva il problema dei profughi che è nell'ordine dell'impossibile farli ritornare nei territori palestinesi occupati nel 1948 in quanto costituisce una minaccia seria al futuro dello stato ebraico», come avrebbe fatto presente l'amministrazione Obama.