28 agosto 2025
Aggiornato 16:30

Iran: condannata a morte, sfugge alla pena sposando il carceriere

Intervista di Repubblica a una dissidente iraniana

E' riuscita a scampare alla pena di morte sposando il suo carceriere. Marina Nemat, dissidente iraniana, racconta a La Repubblica come ha potuto cambiare un destino che sembrava ormai segnato. Un destino che sarebbe potuto terminare come quello di Delara Darabi, la pittrice 23enne che è riuscita, ma inutilmente, a chiamare la famiglia poco prima che la giustiziassero.

Marina Nemat è ancora scioccata da questa notizia perché la riporta con violenza ad anni che vorrebbe cancellare ma che ritornano invece spesso nei suoi incubi: arrestata a 16 anni, uno in meno di Delara (rimasta in carcere cinque anni prima dell'esecuzione), per «attività rivoluzionaria», fu costretta come la pittrice a confessare sotto tortura crimini che non aveva compiuto. Ma una guardia carceraria «ossessionata da lei», scrive Repubblica, convinse le autorità prima a commutare la pena in ergastolo e poi a liberarla. In cambio Marina dovette sposarlo. Solo dopo che questi morì, lei riuscì a scappare dall'Iran.

Ma Marina Nemat parla di centinaia di casi come quello di Delara: «Ragazze e ragazzi vengono arrestati per motivi pretestuosi e uccisi come se niente fosse. A centinaia sono morti mentre ero in carcere io». Cosa può fare la comunità internazionale? «Continuare a fare pressione - spiega la donna che sulla sua vicenda ha scritto anche il best seller internazionale 'Prigioniera a Teheran' - e usare i mezzi di comunicazione» per dare un messaggio di democrazia ai giovani cresciuti solo con la Rivoluzione.