Tibet: la Cina celebra 50esimo anniversario «emancipazione servi»
Panchen Lama: «Pechino garantisce la libertà religiosa»
PECHINO - Le autorità cinesi hanno lanciato oggi la giornata annuale della «emancipazione dei servi» che marca il 50esimo anniversario del fallimento della rivolta anticinese in Tibet, dove «sventolerà sempre la bandiera cinese a cinque stelle», come ha promesso il segretario del Partito comunista cinese per la regione autonoma, Zhang Qingli.
Il 19 marzo del 1959 il Dalai Lama, leader spirituale buddista, era stato costretto a lasciare il Tibet per fuggire in India dopo il fallimento della rivolta dei suoi fedelissimi contro le truppe cinesi che occupavano la regione già da otto anni. Il 28 marzo dello stesso anno Pechino aveva annunciato lo scioglimento del governo locale e l'instaurazione di una commissione provvisoria prima di stabilire il governo della futura 'regione autonoma'.
Secondo i tibetani in esilio la repressione cinese tra marzo e ottobre del 1959 ha fatto circa 8.700 morti. Oggi il Panchen Lama, seconda autorità religiosa dei buddisti tibetani dopo il Dalai Lama e sempre più utilizzato da Pechino nella sua propaganda sul Tibet, durante un congresso buddista mondiale nella città di Wuxi (est) ha assicurato che in Cina esiste la libertà religiosa. Il Panchen Lama è un giovane di 19 anni scelto nel 1995 da Pechino come seconda guida spirituale buddista ma i tibetani non lo riconoscono e sospettano che si tratti di una spia della Cina. Oltre 1700 monaci ed eruditi buddisti di 50 paesi diversi hanno preso parte al Congresso la cui prima edizione di è tenuta due anni fa.