26 aprile 2024
Aggiornato 06:30

Africa, Papa: si chiude visita in Angola, tra polemiche e speranze

Domani il rientro in Vaticano

LUANDA - Cala il sipario, tra polemiche e messaggi di speranza, sul primo viaggio di Papa Benedetto XVI in Africa. Iniziato dal Camerun, dove hanno fatto infuriare le dichiarazioni di Ratzinger sui preservativi e l'aids, la visita apostolica del Pontefice si chiude oggi in Angola. Domani mattina è infatti previsto il rientro in Vaticano.

Le dichiarazioni sull'utilizzo del preservativo e le reazioni di Francia, Germania e Unione Europea hanno 'offuscato' i primi giorni del viaggio del Papa in Camerun. «Il Camerun è terra di speranza per molti nell'Africa Centrale», dice appena sbarcato a Yaoundè. E' «terra di pace», e invita il Paese e l'Africa intera a camminare sulla via della «riconciliazione, giustizia e pace». Poi chiede cure gratis per i malati di Aids, apprezzando l'impegno portato avanti dal Camerun. Incontrando i rappresentanti musulmani del Paese, Benedetto XVI ammonisce: «La vera religione rifiuta violenze e totalitarismi», e condanna la stregoneria e gli spiritismi, invitando la chiesa a combattere tali pratiche.

Davanti al corpo diplomatico del Paese e al presidente Paul Biya, Benedetto XVI ribadisce la posizione della Chiesa cattolica che è impegnata in una «lotta efficace» contro l'Aids e le altre epidemie che colpiscono l'Africa. Prima di lasciare il Camerun, Ratzinger saluta un gruppo di pigmei, che gli donano una tartaruga, simbolo della longevità. Il Papa ringrazia e porta l'animale sull'aereo, assicurando di portarlo in Vaticano. «Dio benedica questo bellissimo Paese, l«Africa in miniatura'», conclude il Pontefice, prima di volare in Angola. A Luanda le polemiche non sembrano affatto attenuarsi. Ratzinger si concentra però sul Paese, martoriato da 27 anni di guerra e chiede pace e riconciliazione.

«Vengo da un Paese dove ideologie devastanti hanno agito sotto la falsa apparenza di sogni e illusioni facendo pesare sopra gli uomini il giogo dell'oppressione», esordisce il Papa, paragonando l'Angola alla sua Germania. Poi, davanti alle autorità politiche e civili dell'Angola, Benedetto XVI critica le politiche degli organismi sovranazionali che, in Africa, «promuovono l'aborto tra le cure della salute materna». Ieri sera, abbracciando oltre 30mila giovani del Paese, Ratzinger li incoraggia a «osare e ad avere il coraggio di scegliere il matrimonio o la vocazione sacerdotale». La festa si trasforma però in tragedia. Nella calca rimangono vittime due ragazze, e una quarantina i feriti. Questa mattina, davanti a una folla di un milione di fedeli, ammonisce: «La cupidigia fa schiava l'Africa». E invita l'Angola ad avere il coraggio di alzarsi e guardare il futuro con speranza.