Darfur: sale la tensione in Sudan in vista di decisione dell'Aia
«I nostri ragazzi sul campo sentono salire la tensione» ammette un responsabile della forza congiunta di pace dell'Onu e dell'Unione africana (Unamid)
Khartoum - A poche ore dal pronunciamento della Corte penale internazionale (Cpi) sulla richiesta di emettere un mandato di arresto contro il Presidente sudanese Omar al Bashir, lo stato di tensione nel Paese africano è evidente, soprattutto nella regione occidentale del Darfur, dove è stata rafforzata la presenza delle forze di sicurezza.
«I nostri ragazzi sul campo sentono salire la tensione - ammette un responsabile della forza congiunta di pace dell'Onu e dell'Unione africana (Unamid) - in Darfur ci sono molte più forze di sicurezza visibili sul campo». Secondo l'Unamid, l'esercito ha in programma una «dimostrazione di forza» a El Fasher, capitale storica del vecchio sultanato del Darfur, diventato all'inizio del XX secolo una regione del Sudan. «Gli aerei dell'esercito sudanese sorvolano El Fasher a bassa quota, cosa inusuale», ha aggiunto. Le autorità sudanesi hanno fatto sapere che sarà repressa ogni dichiarazione pubblica a favore della Cpi. «Se le forze governative faranno del male ai civili, il Movimento per la giustizia e l'uguaglianza (Jem) reagirà», ha dichiarato Khalil Ibrahim, leader del più militarizzato dei gruppi ribelli attivi in Darfur.
«Le nostre truppe sono pronte a rispondere a ogni reazione militare del governo», ha aggiunto un portavoce della fazione 'Unità' dei ribelli dell'Esercito di liberazione del Sudan (Sla). La decisione dei giudici è attesa per le 14. Si tratta del primo caso che vede coinvolto un capo di Stato al potere. Ieri, Bashir ha ribadito che decisione dell'Aia non avrà «alcun valore». «Non varrà l'inchiostro con cui sarà stata scritta», ha aggiunto. Sempre ieri, il Procuratore della Cpi, Luis Moreno-Ocampo, che lo scorso 14 luglio ha chiesto ai giudici di emettere il mandato di arresto, ha dichiarato di avere presentato «prove pesanti contro» il presidente sudanese, accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur. Nella regione è in corso dal febbraio 2003 un conflitto che ha causato almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di sfollati e profughi.
Manifestazioni in sostegno del Presidente Bashir sono previste in diverse città del Sudan, in particolare vicino alle ambasciate di Stati Uniti e Francia e degli uffici dell'Onu a Khartoum. Le ambasciate hanno invitato i loro concittadini a fare scorte alimentari, qualora venisse imposto un coprifuoco, e a evitare i luoghi pubblici di Khartoum. «Ci saranno reazioni popolari, ma il governo garantirà la protezione delle ambasciate, delle missioni diplomatiche e dei civili stranieri», ha garantito il portavoce del governo Kamal Obeid. (fonte Afp)
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