4 maggio 2024
Aggiornato 09:30
Stando a uno studio europeo

Eliminare il morbillo in Europa entro il 2010 potrebbe risultare difficile

I dati, pubblicati nella rivista The Lancet, hanno un importante impatto sull'obiettivo dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di eliminare il morbillo in Europa entro il 2010

Uno studio su larga scala sul morbillo, effettuato in 32 paesi europei dalla rete di sorveglianza delle vaccinazioni EUVAC.NET, finanziata dall'UE, ha portato alla luce più di 12.000 casi della malattia tra il 2006 e il 2007, soprattutto nei bambini non vaccinati o non completamente vaccinati. I paesi più colpiti sono risultati essere il Regno Unito, la Germania, l'Italia, la Romania e la Svizzera. Un'aumentata trasmissione del morbillo è stata osservata all'inizio del 2008, soprattutto nel Regno Unito, in Italia, in Svizzera e in Austria.

I dati, pubblicati nella rivista The Lancet, hanno un importante impatto sull'obiettivo dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di eliminare il morbillo in Europa entro il 2010. I risultati mettono anche in evidenza il pericolo potenziale di esportare ceppi del virus dall'Europa in paesi con standard sanitari ridotti, dove il tasso di mortalià è decisamente maggiore.

Il morbillo è fortemente contagioso ed ha causato oltre 30 milioni di malati e 530.000 decessi a livello mondiale nel 2003. L'immunizzazione si è dimostrata un mezzo efficace sia livello di costi economici che umani per controllare ed eventualmente eliminare il morbillo, e i programmi di immunizzazione efficienti fanno parte dei servizi sanitari europei da ormai circa 40 anni.

Tuttavia, nel 2003 in Europa intorno ai 4.850 decessi sono stati causati dal morbillo. Nel 2005 una risoluzione dell'Assemblea sanitaria mondiale ha invitato i paesi a rafforzare i programmi nazionali di immunizzazione tra il 2006 e il 2015. Da allora, l'Europa si è posta l'eliminazione del morbillo come priorità, soprattutto alla luce del fatto che un notevole numero di casi di morbillo imtrodotti negli USA e in Canada tra il 1999 e il 2001 erano legati a paesi europei.

Lo studio EUVAC.NET, che è stato coordinato dal Statens Serum Institute in danimarca, ha esaminato i dati provenienti da istituzioni di sorveglianza nazionali per determinare l'incidenza del morbillo e le fasce d'età più colpite. I ricercatori hanno considerato fascia d'età, conferma della diagnosi, storia della vaccinazione, ospedalizzazione e la presenza di encefalite acuta come complicazione della malattia e decesso. In 30 paesi sono anche state raccolte informazioni sull'importazione della malattia. Le fasce d'età erano: bambini al di sotto di un anno, bambini di 1 fino a 4 anni, bambini di 5 fino a 9 anni, ragazzi tra i 10 e i 14 anni e tra i 15 e i 19 anni, nonché adulti dai 20 anni in su.

Durante i due anni di studio sono sati registrati 12.132 casi di morbillo. Mentre nella maggior parte si trattava di bambini non vaccinati o vaccinati in modo incompleto, quasi un quinto era rappresentato da adulti di 20 anni o più. Dei 210 casi registrati come «importati» da un altro paese, 117 (56%) provenivano dall'Europa e 43 (20%) dall'Asia.

Per eliminare il morbillo i paesi devono assicurare un minimo del 95% di copertura di vaccinazione, la quale comprende due dosi separate di vaccino. Stando al piano strategico dell'OMS per l'Europa tra il 2005 e il 2010, è fondamentale che i programmi sanitari nazionali riescano ad «individuare meglio i soggetti della popolazione generale a rischio e i gruppi ad alto rischio».

La maggior parte dei paesi che si è trovata ad affrontare epidemie di morbillo ha riportato vaccinazioni non ottimali contro il morbillo sul lungo periodo. La Svizzera ha riportato una copertura dell'82% nel corso degli ultimi 17 anni e nel regno Unito la copertura della vaccinazione contro il morbillo era inferiore all'85% tra il 2002 e il 2005. In Irlanda la copertura è aumentata notevolmente a partire dal 2003 ma rimane comunque al di sotto del 90%. In Germania la vaccinazione dei bambini nati tra il 1996 e il 2003 era prevalentemente intorno al 70%. Anche in Italia la copertura per i bambini di 2 anni è aumentanta dal 2003, ma rimane inferiore al 90%. In tutti i paesi studiati esisteva una grande discrepanza tra le varie regioni nella copertura delle vaccinazioni.

Da notare che i paesi privi di incidenza di morbillo hanno riportato una copertura da vaccinazione contro il morbillo notevolmente alta nel lungo periodo, confermando così l'efficacia dei programmi di vaccinazione. Studi condotti sulla popolazione finlandese, ad esempio, hanno dimostrato un tasso di vaccinazione notevole al di sopra del 95%.

«Per raggiungere l'obiettivo di eliminare il morbillo, sono essenziali la consapevolezza della malattia e l'impegno da parte dei responsabili delle politiche e delle autorità preposte alla sanità pubblica nei paesi europei, per rafforzare i programmi di vaccinazione,» si legge nello studio. «Occorre individuare le barriere per l'assunzione dei vaccini contro il morbillo e esplorare nuovi metodi per indirizzare le fasce deboli della popolazione che sono state difficilmente raggiungibili attraverso i programmi standard. È altresì importante la registrazione dell'assunzione dei vaccini contro il morbillo per monitorare il progresso e permettere un'individuazione precoce della copertura da vaccino non ottimale.»

Lo studio consiglia anche di rafforzare i sistemi di sorveglianza, in modo da esaminare i casi di morbillo sospetti in maniera accurata e tempestiva. I ricercatori consigliano anche di continuare le indagini epidemiologiche e in laboratorio, nonché la caratterizzazione del genotipo del virus del morbillo per individuare i pattern di trasmissione e tenere sotto controllo la diffusione della malattia.

«Il fallimento dell'attuazione di queste strategie per l'eliminazione in tutti i paesi europei desta la preoccupazione di non riuscire a fermare la trasmissione del virus del morbillo in maniera efficace e continuativa,» concludono gli autori. «La copertura del vaccino non ottimale desta seri dubbi sul fatto che possa essere raggiunto l'obiettivo dell'eliminazione del morbillo entro il 2010. Il raggiungimento e il mantenimento di una copertura di vaccinazione ottimale, nonché una migliore sorveglianza, sono basilari per il piano europeo per l'eliminazione del morbillo.»

In un articolo supplementare, il dott. Jacques Kremer e la dott.ssa Claude Muller del Laboratorio di riferimento regionale per il morbillo e la rosolia dell'OMS, in Lussemburgo, ha sottolineato la necessità per i paesi di individuare e monitorare gli ostacoli specifici all'eliminazione del morbillo, nonché di progettare riposte appropriate. Essi citano la recente cicatrice infondata del Regno Unito di collegare il vaccino contro il morbillo all'autismo, la sospensione dei programmi di vaccinazione in Ucraina, l'interruzione della fornitura di vaccini dovuta all'instabilità politica nei Balcani e gli obiettori religiosi nei PAesi Bassi, tra le molte barriere che impediscono l'eliminazione della malattia.

Essi dicono che l'importanza di affrontare questi ostacoli all'eliminazione del morbillo vanno al di là dell'Europa, verso i paesi più vulnerabili toccati dagli europei. «La domanda più urgente è: Quanto morbillo esporta l'Europa verso i paesi con servizi sanitari carenti e alti tassi di mortalità? L'importazione del virus del morbillo dall'Europa hanno già scatenato diverse epidemie in Sudamerica [...]. I paesi ricchi devono essere attenti ad evitare i casi attraverso l'attuazione di un'alta copertura di vaccinazione, per permettere ai paesi poveri di risorse di non doversi preoccupare di una re-introduzione dall'Europa.«