Draghi spiega la sua frase sulle parole della politica "che hanno fatto danni alle famiglie"
Il presidente della Bce è preoccupato dal dibattito sulla manovra, che a parer suo avrebbe un impatto notevole sui mercati finanziari e quindi sul costo del debito per imprese e famigli
BRUXELLES - Draghi, parte seconda. Il presidente della Bce è tornato a dirsi preoccupato dal dibattito relativo alla manovra, che a parer suo avrebbe un impatto notevole sui mercati finanziari e quindi sul costo del debito per imprese e famiglie. Draghi ha ribadito e precisato il richiamo lanciato alla politica nella conferenza stampa dello scorso 13 settembre quando disse che «le parole» del dibattito sul Bilancio avevano già causato danni allarmando i mercati. «Ho detto che le parole hanno fatto danni perché famiglie e imprese pagano tassi più alti di prima», ha spiegato rispondendo ad una domanda sulla questione durante una audizione al Parlamento europeo. E questa volta sciorina numeri: sui nuovi prestiti le banche hanno aumentato i tassi di un importo attorno ai 20 punti base, soprattutto alle Pmi, tuona il numero uno della Banca centrale europea, che continua: "Per le grandi imprese che emettono obbligazioni i costi sono saliti di più di 60 punti base». Ma la "questione importante" è che non sono solo saliti i tassi, ma sono diventate più stringenti anche le condizioni relative alle garanzie richieste dalle banche sui prestiti.
Nessun aiuto all'Italia
Tutto questo, mette in guardia Draghi, «mentre le imprese di altri Paesi continuano a pagare tassi più bassi. Per quanto riguarda le famiglie, l’aumento dei tassi si è visto soprattutto nel credito al consumo, per circa 20 punti base e forse qualcosa di più. Sui mutui – ha aggiunto – il processo è più lento». Più in generale, «come ho detto nella conferenza stampa l’altra settimana, occorre aspettare i fatti, la presentazione della legge di Bilancio e la discussione parlamentare. Entrambi sono importanti e delicati». Il presidente della Bce ha poi smentito seccamente che la Banca centrale europea abbia aiutato l'Italia. "Non è assolutamente vero che la Bce ha offerto all'Italia dei prestiti, la Bce ha comprato dei titoli sovrani e dei titoli di società in ogni paese a secondo del suo capitale di riferimento. Non c'è alcun privilegio nei confronti di un Paese. Noi facciamo la politica monetaria per tutti i Paesi, vogliamo la stabilita' dei prezzi in tutta l'Europa non in un paese o in un altro", ha aggiunto.
A metà ottobre la bozza
Il governo italiano deve presentare entro metà ottobre una bozza di bilancio. Secondo le regole europee l’Italia dovrebbe ridurre il deficit strutturale dello 0,6% nel 2019, ma le stesse norme le danno margini per diminuire il disavanzo di appena lo 0,1 per cento. Mentre il ministro Tria vuole rispettare le regole comunitarie, Lega e M5s vogliono finanziare le loro promesse elettorali aumentando l’indebitamento.