Boeri dimostra che il reddito di cittadinanza del M5s non si può fare. E difende la legge Fornero
Ospite su Raitre a ‘In mezz’ora in più’ di Lucia Annunziata, il presidente dell'Inps ha spiegato cosa non va

ROMA - Il reddito cittadinanza costa almeno 35 miliardi, il Rei è meglio. Bisogna aumentare le risorse al Reddito di inclusione: aiuta solo metà dei poveri. Il presidente dell'Inps Tito Boeri lo dice chiaramente: l’introduzione del reddito di cittadinanza secondo la proposta dei Cinque Stelle «costa fino a 38 miliardi, o se vogliamo essere più ottimisti 35 miliardi» ha spiegato su Raitre a ‘In mezz’ora in più’ di Lucia Annunziata. Una misura anti povertà che il presidente dell’Inps considera «rischiosa» perché di «possibile disincentivo a essere occupati».
Aumentare il Rei
D’altra parte per Boeri sarebbe «sbagliato introdurre strumenti nuovi», poiché utile e affidabile è a suo giudizio il Reddito di inclusione a cui auspica vengano riservate maggiori risorse. «Oggi – ha sottolineato il presidente dell’Inps - in Italia ci sono circa 4.700.000 persone in condizione di povertà assoluta. Il Rei ne copre 2.500.000: il 50% della platea dei poveri ssoluti. Se aggiungiamo risorse allora potremo coprirne molti di più: bisogna partire da li e potenziarne le risorse».
No all'abolizione della legge Fornero
Invece, sempre per Boeri, l’abolizione della riforma delle pensioni Fornero determinerebbe una «doppia iniquità» a carico di chi ha già pagato il costo di quella riforma e delle generazioni più giovani. Ed avrebbe un costo «difficilmente sostenibile dal sistema previdenziale», portando a «85 miliardi il debito pensionistico» con costi immediati vivi dagli «11 ai 15 miliardi».
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