27 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Telecomunicazioni

Caso Mediaset Premium: Vivendi dà buca all'assemblea su cambio statuto

Martedì prossimo è in calendario l'udienza sulle cause intentate contro Vivendi per la mancata acquisizione di Premium

Martedì prossimo l'udienza del caso Vivendi
Martedì prossimo l'udienza del caso Vivendi Foto: ANSA/MATTEO BAZZI ANSA

MILANO - Occhi puntati su Mediaset. In vista di martedì prossimo, quando davanti al Tribunale di Milano è in calendario l'udienza sulle cause intentate contro Vivendi per la mancata acquisizione di Premium, si terrà domani l'assemblea straordinaria di Mediaset sulla modifica dello statuto, mentre sullo sfondo rimangono le attese per un possibile annuncio di un accordo extragiudiziale coi francesi. I legali delle due parti sono sempre al lavoro, ma per il momento tutto tace: la data del 19 dicembre non sembra essere così dirimente e, al momento, non si intravede alcun segnale di schiarita, anche se le sorprese sono sempre possibili.

Vivendi diserterà l'assemblea di domani
Si sa intanto che Vivendi diserterà l'assemblea di domani: non aveva preso parte neanche a quella annuale dello scorso giugno. Una prassi quindi, viene spiegato, che continua tanto più in un momento in cui è in corso una mediazione per trovare un accordo. Ma a non partecipare saranno anche i giornalisti, non ammessi ad assistere all'assemblea. Una scelta, seppur lecita da parte di Mediaset (da parte della Consob c'è solo una raccomandazione che sollecita le aziende quotate a garantire l'accesso alla stampa ma non vige nessun obbligo di legge), comunque inusuale.

Le modifiche allo statuto
Con le modifiche allo statuto proposte all'unanimità dal cda di Mediaset lo scorso novembre, per l'elezione del consiglio si passerebbe dal sistema attuale proporzionale puro a un sistema maggioritario, dove in sostanza la lista che prende il maggior numero di voti esprime il maggior numero di consiglieri. Il rinnovo del board di Mediaset è previsto in primavera. Se è vero che il Biscione rimane ancora una delle poche società del Ftse Mib il cui lo statuto preveda regole di nomina secondo un sistema proporzionale puro, senza premi di maggioranza, di fatto con questa mossa si blinda il gruppo da incursioni esterne. I proxy advisor Glass Lewis e Iss nei giorni scorsi avevano raccomandato la contrarietà al cambio di governance, perchè avrebbe «un impatto negativo sui diritti degli azionisti di minoranza». In particolare, con la proposta che verrà votata domani alle liste di minoranza verranno riservati due posti in caso di un cda con 7-11 membri e tre posti con uno di 12-15.