19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Il caso

La «talpa» della Deutsche Bank rifiuta la ricompensa della SEC

Si tratta di Eric Ben-Artzi, che in un editoriale sul Financial Times ha spiegato dettagliatamente perché non vuole intascare gli oltre 8 milioni di dollari a lui destinati: «Anche se ho bisogno del denaro ora più che mai, non mi unirò al saccheggio delle persone che ero chiamato a proteggere quando sono stato assunto».

Banconote da 100 dollari
Banconote da 100 dollari Foto: Shutterstock

NEW YORK - Una talpa che aveva aiutato la Securities and Exchange Commission a scoprire false pratiche contabili in Deutsche Bank, costati alla banca tedesca una multa di 55 milioni di dollari nel maggio 2015, si è rifiutata di accettare la ricompensa prevista dall'autorità di Borsa Usa per chi fa da informatore. Si tratta di Eric Ben-Artzi, che in un editoriale scritto di suo pugno sul Financial Times ha spiegato dettagliatamente perché non vuole intascare gli oltre 8 milioni di dollari a lui destinati.
«Anche se ho bisogno del denaro ora più che mai, non mi unirò al saccheggio delle persone che ero chiamato a proteggere quando sono stato assunto», ha detto.

Nel 2010-2011 l'ex dipendente dell'istituto di credito europeo insieme ad altre due persone aveva comunicato ai regolatori Usa che Deutsche Bank gonfiava il valore del suo portafoglio enorme di derivati. Secondo lui le «vittime principali» di una tale pratica sono stati gli azionisti e i dipendenti della banca che ora stanno perdendo il lavoro. Invece, è la critica, «i top manager se ne sono andati con bonus multi-milionari calcolati sulla base di bilanci non corretti. E' dunque particolarmente deludente che nel 2015, dopo una lunga indagine a cui hanno contribuito vari informatori, la Sec abbia imposto una multa agli azionisti di Deutsche e non ai manager responsabili».

Ben-Artzi ha detto che «non era mia intenzione trasformare un lavoro nella gestione del rischio in una crociata ma dopo avere sofferto per mano di top manager di Deutsche non mi unirò a loro semplicemente perché non posso batterli».
Ben-Artzi si è spinto oltre facendo notare che il trattamento da parte della Sec dei vertici di un gruppo finanziario molto più piccolo, Trinity Capital, è stato ben diverso: in quel caso, ha scritto sull'FT, «cinque manager sono stati accusati e il Ceo ha pagato una multa». Perché dunque la Sec non ha fatto altrettanto con Deutsche? La risposta è che gli avvocati della banca tedesca sono entrati e usciti dalla Sec «prima e dopo le attività illegali della banca». E' la talpa stessa a fornirne i nomi: Robert Rice, Robert Khuzami e Richard Walker. «Tutto questo è avvenuto sotto lo sguardo di Mary Jo White, l'attuale presidente della Sec, la cui relazione con Khuzami e Rice risale a 20 anni fa».
Alla luce di questo Ben-Artzi ha chiesto che il denaro a lui dovuto dalla Sec come parte di un programma lanciato nel 2011 nell'ambito della riforma finanziaria Dodd-Frank «sia dato a Deutsche e ai suoi azionisti e che il denaro [del premio Sec] sia attinto dai bonus pagati agli executive di Deutsche, specialmente gli ex avvocati di punta della Sec».