Ivass: i tassi troppo bassi preoccupano le assicurazioni
I tassi nominali negativi mettono sotto pressione gli intermediari finanziari, in particolare i fondi pensione e le assicurazioni. In Italia la situazione va meglio che altrove, perché a rischiare di più oggi sono le compagnie assicurative tedesche
ROMA - «Inizierò dal fenomeno che è in questo momento al centro delle preoccupazioni di tutti gli assicurativi del mondo: la persistenza di tassi di interesse bassi, o addirittura negativi sulle scadenze più brevi». A parlare è Salvatore Rossi, presidente delll'Ivass, l'autorità di vigilanza sulle assicurazioni, nella sua relazione sull'attività dell'istituto nel 2015.
I tassi bassi mettono pressione agli intermediari finanziari
Rossi ricorda come i tassi di interesse molto bassi, comprimendo «mettono sotto pressione il modello di attività dei principali intermediari finanziari (banche, fondi pensione e assicurazioni) proprio in una fase in cui la loro redditività è già debole e la regolamentazione cambia rapidamente». In Italia, le imprese assicurative hanno assorbito meglio gli effetti negativi dei tassi bassi: da una parte grazie alla componente reddituale assicurata dal ramo Rc auto e dall'altra grazie al migliore allineamento delle scadenze tra attivo e passivo.
In Italia va meglio che in Francia e Germania
In Italia, «lo scarto fra le durate finanziarie dell'attivo e del passivo nel comparto delle polizze tradizionali è pressoché nullo, in Francia è di cinque anni, in Germania di undici», spiega Rossi. Gli scarti tra durata finanziaria dell'attivo e del passivo sono legati ai rendimenti promessi agli assicurati, più contenute sono le promesse e minore è lo scarto. Nel Belpaese per le polizze tradizionali, cioè con rendimenti minimi garantiti, i premi sono scesi nel 2015 a 76 miliardi contro gli 84 miliardi del 2014.
Sono a rischio le compagnie assicurative tedesche
In Germania, le polizze a rendimento minimo garantito sono invece molto diffuse, secondo i dati pubblicati dall'agenzia di rating Assikurat, e lo scarto, nel 2015, tra rendimento garantito e rendimento effettivo era ancora favorevole al secondo, ma di appena 34 punti base. Qui il problema, contrariamente a quanto accade in Italia, è molto rilevante: in quanto i tassi negativi non sono solo nella parte breve della curva dei rendimenti ma anche nella parte medio-lunga fino a 10 anni.
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