19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
La crisi ha bruciato 122 miliardi

Coop: «L'Italia è bipolare e schizofrenica, ma la ripresa (lenta) c'è»

Dopo la crisi, meno figli e matrimoni e le spese mediche a rate

MILANO (askanews) - Un'Italia «bipolare e un po' schizofrenica» dove la ripresa c'è ma è ancora lenta, dove le distanze tra Nord e Sud sono sempre più ampie, la crisi ha bruciato 122 miliardi tra minori risparmi e consumi e dove, tuttavia, gli italiani conservano una proverbiale soddisfazione per la qualità della propria vita e tornano a spendere gli euro che sono rimasti in tasta. E' un ritratto in chiaroscuro quello che il rapporto Coop 2015 traccia delle famiglie italiane, che quest'anno hanno visto crescere dell'1,5% il proprio potere d'acquisto, dopo una calo di 2.600 euro del reddito disponibile dall'inizio della crisi alla fine del 2014.

Coop: Gli 80 euro in più in busta paga sono stati fondamentali
«Gli 80 euro sono stati fondamentali in un momento di recessione per fermare la crisi, ma oggi ci vogliono altre manovre e altre prospettive per recuperare i punti persi» ha commentato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia che ha poi sottolineato come «La cosa fondamentale ora sia sostenere la domanda interna e non tassare i beni di largo consumo. Per questo l'IVA è davvero importante non toccarla». La caduta dei consumi, dunque, si è interrotta ma il ritorno ai livelli pre-crisi «non sarà facile». Gli italiani intanto provare a ripartire e lo fanno dai beni durevoli, il cui consumo tra metà 2013 e l'inizio del 2015 è aumentato del 7%.

Più case e più elettrodomestici
Hanno ripreso a comprare case (complice una stabilizzazione dei prezzi e una ripresa dei mutui), hanno sostituito il parco dei loro elettrodomestici (la lavatrice, mito degli anni Sessanta, ma anche l'asciugatrice che solo nell'ultimo anno ha registrato un +50%), e sono ripartite anche le immatricolazioni delle auto (+ 15% nel 2015 le vendite). Torna in grande spolvero l'acquisto a rate, ora anche per le cure mediche o l'assicurazione auto, oltre che per le grandi spese, mentre la crisi, con il radicale cambio degli stili di vita, ha ridato fiato al mercato di seconda mano.

Meno matrimoni e meno figli
Ma la recessione ha lasciato cicatrici anche nella società. L'ascensore sociale si è capovolto, più che a salire le energie sono rivolte a evitare un'ulteriore caduta che sta portando alla rinascita della classe operaia se è vero che oltre la metà degli italiani (il 52%, era il 40% nel 2008) si colloca nei ceti popolari, il 42% si definisce ancora classe media (era il 53% nel 2008) e oggi solo il 4% sente di appartenere alla classe dirigente. Non solo, è cambiata la fisionomia delle famiglie dove sono sempre meno i legami formali e si fanno sempre meno figli: solo una coppia su 10 è sposata e un bambino su 3 oggi nasce da coppie non coniugate. Ma il dato che più salta all'occhio sono le 509mila nascite registrate nel 2014, il punto più basso della storia d'Italia. L'unica certezza rispetto al passato è che gli italiani si confermano un popolo di formiche con un tasso di risparmio che nel 2015 è salito al 9,2% dall'8,6.