19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Petrolchimico offshore

Greenpeace e Legambiente tornano all'attacco dell'airgun

Continua la battaglia delle 2 associazioni contro la ricerca e l'estrazione di idrocarburi in mare. Una ha lanciato il «Renzi PetrolTour», una nuova provocazione che ammicca al settore del turismo. I volontari del «cigno verde» invece hanno proposto l'hastag #StopOilAirgun a sostegno della petizione per chiedere lo stop della prospezione sismica

ROMA – Continua la battaglia di Greenpeace e Legambiente contro la ricerca e l'estrazione di idrocarburi in mare. La prima associazione ha puntato sulla comunicazione, lanciando il «Renzi PetrolTour», una nuova provocazione che ammicca al settore del turismo dopo la presentazione del portale «TrivAdvisor». I volontari del «cigno verde» invece hanno proposto l'hastag #StopOilAirgun, abbinandolo a una petizione per chiedere che il governo vieti la tecnica della prospezione sismica nella ricerca di petrolio e gas a largo delle nostre coste.

IL RENZI PETROLTOUR - Nelle piazze e nelle spiagge di 23 città italiane è arrivato il «Renzi PetrolTour», grandi sagome colorate ritraggono il premier, Matteo Renzi, solo alla guida di bus turistici che invita gli italiani a salire a bordo per andare ad «ammirare le nostre coste punteggiate di trivelle, ascoltare le esplosioni degli airgun, fotografare le piattaforme di estrazione al tramonto, farsi ammaliare dal luccichio delle chiazze di greggio a pelo d'acqua». I volontari dell'associazione ambientalista hanno distribuito un volantino del tutto simile a un depliant turistico, con cui il primo ministro in persona invita gli italiani a scoprire le «nuove meraviglie» del Mediterraneo disseminato di trivelle e trasformato in una sorta di Texas marino.

LE COSTE BOMBARDATE DALL'AIRGUN - Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, ha ricordato: «Il mare che conosciamo e amiamo, uno dei beni più preziosi per l'Italia, rischia di essere sfigurato per poche gocce di oro nero che giacciono sotto i suoi fondali: quantità marginali per i consumi del Paese ma occasione di profitto per una manciata di aziende. Un mare pieno di trivelle e piattaforme, condito magari da qualche sversamento di petrolio: è questo il futuro che Renzi e il suo esecutivo immaginano per il turismo italiano?». Greenpeace ha fatto notare che soltanto fra il 3 e il 12 giugno il ministero dell'Ambiente ha «autorizzato ben undici progetti di prospezione di idrocarburi in mare con la tecnica dell'airgun. Nove di questi riguardano i mari pugliesi, ma l'area concessa ai petrolieri copre tutto l'Adriatico e parte significativa dello Ionio. Nelle settimane precedenti era stata la volta delle acque abruzzesi: grazie ai decreti già emanati, nei prossimi mesi, a pochissimi chilometri al largo della 'Costa dei Trabocchi', potrebbero essere realizzati un nuovo pozzo di ricerca e fino a dieci nuovi pozzi di estrazione. L'attacco al mare prosegue poi nel Canale di Sicilia, dove stanno per sorgere due nuove piattaforme e dove sono state autorizzate altre prospezioni con gli airgun».

DOSSIER #STOPAIRGUN SALVIAMO I CETACEI - Legambiente invece ha scelto la costa di Vasto in Abruzzo, dove si spiaggiarono 7 capidogli, per presentare il dossier «#stopoilairgun, salviamo i cetacei». Anche questa associazione ha puntato il dito contro le nuove autorizzazioni rilasciate dal ministero dell'Ambiente: «Oltre 122mila chilometri quadrati, corrispondenti all’esten­sione di tutta Inghilterra, che potranno esse­re sottoposte ad attività di prospezione e ricerca attraverso indagini sismiche. Il tutto grazie agli 11 recenti decreti per il nulla osta ambientale che riguardano tredici aree marine tra Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia, portando così a 52 le istanze di permesso di ricerca e le istanze di prospezione presen­tate dalle diverse compagnie petrolifere nei nostri mari. Ricerche che saranno eseguite con la discussa tecnica dell’airgun il cui fortissimo rumore – ribadiscono sempre più studi scientifici – può provocare danni ed alterazioni comportamentali, talvolta letali,  in specie marine assai diverse, in particolare per i cetacei, fino a chilometri di distanza».

LEGAMBIENTE, VIETARE PROSPEZIONE SISMICA - Per Legambiente l'airgun va vietato perché «studi hanno accertato la connessione tra lo spiaggiamento e le ricerche petrolifere attraverso airgun attive nell’area. Senza calcolare i danni economici alle attività di pesca» e quindi «la soluzione è unica: costringere il governo a vietare una volta per tutte l’utilizzo di questa tecnica per la ricerca di idrocarburi». L'associazione con l'hastag #StopAirgun ha invitato i cittadini a sottoscrivere la petizione «per costringere il governo a normare una volta per tutte e in modo stringente questa tecnica attraverso tutti gli strumenti a disposizione (a partire dal prossimo recepimento della direttiva offshore) o magari percorrendo altre strade (un disegno di legge ad hoc o una proposta di legge di iniziativa parlamentare che potrebbe partire dai territori più coinvolti dal rischio di nuove trivellazioni). Oggi non esistono misure specifiche sulla problematica dell’airgun a livello europeo e nazionale, ma sono sempre di più gli studi, i rapporti e i regolamenti internazionali che ne descrivono gli impatti e ne chiedono una maggiore regolamentazione e soprattutto una riduzione nella sua applicazione».