28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Una lite fra Ministero e Camera di commercio seppellisce l’evento

AltaRoma, addio a soldi e talenti

Il braccio di ferro fra mondo della moda, sindaco di Roma, Camera di Commercio e ministero per lo Sviluppo è arrivato all’ultimo round. A porre fine alla girandola di nomi per il vertice di AltaRoma ci ha pensato il sottosegretario Carlo Calenda con uno stringato comunicato che non ha lasciato spazio a dubbi.

ROMA - Il braccio di ferro fra mondo della moda, sindaco di Roma, Camera di Commercio e ministero per lo Sviluppo è arrivato all’ultimo round. A porre fine alla girandola di nomi per il vertice di AltaRoma ci ha pensato il sottosegretario Carlo Calenda con uno stringato comunicato che non ha lasciato spazio a dubbi.

IL SOTTOSEGRETARIO CALENDA DICE BASTA- Ecco le parole ultimative che Calenda ha messo davanti agli occhi della riottosa Camera di Commercio di Roma : «Non ci sono le condizioni» - ha sentenziato Calenda per un intervento del governo a sostegno del rilancio di AltaRoma, la società che si occupa della promozione della filiera della moda. E’ infatti evidente che la Camera di Commercio di Roma non condivide, nei fatti, il percorso ipotizzato, a partire dalla nomina di un consiglio di amministrazione di altissimo profilo e competenza settoriale. «Lavoreremo insieme alla Regione e al Comune - ha aggiunto il sottosegretario- per valorizzare l'esperienza fatta in questi anni a Roma sui giovani talenti, grazie al lavoro di Silvia Venturini Fendi e Franca Sozzani, ma al di fuori degli appuntamenti di AltaRoma».

DE PROFUNDIS PER ALTAROMA - Se questo non è un certificato di morte per AltaRoma cosa altro potrebbe essere? Eppure la Camera di Commercio di Roma invece di correre ai ripari ha pensato che ci sia ancora spazio per prenderla larga e fare orecchie da mercante. Ciò che divide il Ministero, la Regione Lazio, e il sindaco di Roma dalla Camera di Commercio di Roma e dal suo presidente Cremonesi verte sulle qualità che deve avere il prossimo vertice di AltaRoma. Per chi ci mette i soldi in campo deve scendere una persona che abbia una immagine riconosciuta nel mondo del «made in Italy» e dei gruppi della moda più rappresentativi. La Camera di commercio invece tergiversa e parla della necessità di avvalersi di manager amministrativi di collaudata esperienza.

DERBY BIAGIOTTI-TABACCHIERA- Risultato, il sindaco Ignazio Marino ha candidato Lavinia Biagiotti, vicepresidente del gruppo di famiglia; mentre la Camera di Commercio ha messo in pista Massimo Tabacchiera, manager abile a trovare sponde a sinistra come a destra, prima veltroniano, poi seguace di Alemanno, già deus ex machina di Atac, Ama e agenzia per la mobilità. Fra i due candidati chiunque è in grado di giudicare qual sia il più adatto a guidare una struttura che si chiama AltaRoma e che si occupa di talenti dello stilismo e di passerelle. La Camera di Commercio di Roma invece non se la sente di andare sul facile, sullo scontato, e chiede qualcosina di più.

LA CAMERA DI COMMERCIO NON CI SENTE - Ecco come spiega i suoi obiettivi: »La Camera di commercio di Roma condivide pienamente il percorso individuato dal ministero dello Sviluppo economico e dai soci istituzionali per il rilancio di Altaroma, in particolare attraverso la valorizzazione dei giovani stilisti. Nel condividere tutte le proposte di alto profilo in merito alla composizione del nuovo CdA che sarà nominato domani, la Giunta di via de' Burrò ha deciso all'unanimità di indicare anche un manager che possa garantire, in base alla sua consolidata esperienza, un contributo tecnico-amministrativo nella gestione di Altaroma, società partecipata al 55,55% dall'Istituzione camerale». Insomma la moda e la competenza va bene, ma poi a dirigere la baracca ci vuole uno come Massimo Tabacchiera  e dalle simili  caratteristiche sia dal punto di vista della managerialità che da quello delle relazioni politiche. Anzi soprattutto ben dotato delle seconde.

DI PAOLO (NCD): SOLDI BUTTATI - Vale la pena di leggere cosa ne pensa di questa vicenda di AltaRoma il consigliere regionale Pietro di Paolo del Nuovo Centro Destra: «Durante l'approvazione del bilancio 2015, c'era l'occasione di mettere fine a questo accanimento terapeutico verso Altaroma, ma Zingaretti si è ostinato a scommettere su una partita oggettivamente fallita, stanziando in extremis arrivati 480mila euro per salvare le sfilate di gennaio. Un'insistenza ingiustificata a favore di una struttura che ha prodotto solo debiti e nessun vantaggio per le imprese del Lazio, e che oggi torna sotto i riflettori delle cronache soltanto perché ci sono poltrone da distribuire».

ZINGARETTI: FACCIAMO UN’ALTRA ALTAROMA - Bene o male la pensa come il suo oppositore anche il governatore del Lazio Zingaretti: «Non si possono che condividere le valutazioni espresse dal viceministro Calenda su AltaRoma. Non si tratta certo di questioni personali - precisa Zingaretti - ma di rendersi conto dell'enorme salto di qualità che il Governo ci propone sul settore della moda e che richiede coerenza anche sulle risorse umane che si investono su una manifestazione così importante. Il Comune e la Regione lo hanno capito, la Camera di Commercio, incredibilmente, sembra non volerlo comprendere. Faccio un ultimo appello alla Camera di Commercio affinché eviti questo disastro. Altrimenti già da ora la Regione è pronta a collaborare con il Governo per un altro evento».

Oggi, giovedì 5 marzo, sapremo come va a finire AltaRoma.