Abi: nel primo trimestre del 2014 +20% dei mutui
Secondo le elaborazioni dell'Ufficio Studi dell'Associazione bancaria italiana, l'indice di accessibilità nel 2013 ha registrato un «significativo miglioramento» che lo ha riportato in linea con i valori pre-crisi, superando le difficoltà registrate in seguito alla crisi dei debiti sovrani
ROMA - Dai dati dei primi mesi del 2014 emergono segnali di miglioramento sul fronte dei mutui per l'acquisto di abitazioni, anche in un contesto in cui continua la riduzione delle compravendite: in particolare, nei primi tre mesi le nuove erogazioni (campione di 88 banche) hanno registrato un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2013. E' quanto sottolinea l'Abi nel suo rapporto mensile.
SIGNIFICATIVO MIGLIORAMENTO ACCESSO A CREDITO - Secondo le elaborazioni dell'Ufficio Studi Abi, l'indice di accessibilità nel 2013 ha registrato un «significativo miglioramento» che lo ha riportato in linea con i valori pre-crisi, superando le difficoltà registrate in seguito alla crisi dei debiti sovrani. L'andamento del 2013 è principalmente dovuto a una diminuzione del prezzo delle case sia in valore assoluto sia relativamente alla dinamica del reddito disponibile. Il costo dei mutui, spiega l'Abi, non ha contrastato il trend positivo. Il miglioramento delle condizioni di accesso all'acquisto di una abitazione ha riguardato non solo il totale, ma anche segmenti di famiglie che presentano particolari fragilità rispetto al tema dell'acquisto di una abitazione: quelle delle famiglie di giovani e quelle che abitano nei grandi centri urbani. In termini distributivi, la quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l'acquisto di una casa è, infatti, di poco superiore al 50%, valore in buon recupero rispetto a 5 anni prima, ma ancora inferiore ai valori di inizio 2004.
RECORD DI SOFFERENZE BANCARIE - Nuovo record in negativo invece per le sofferenze bancarie che a marzo, a seguito del perdurare della crisi, hanno raggiunto quota 164,6 miliardi di euro, 2,6 miliardi in più rispetto a febbraio, quando si erano toccati livelli che non si vedevano dalla fine del 1998. Rispetto a un anno fa l'aumento delle sofferenze lorde è stato di ben 33,6 miliardi (+25,7%). In rapporto agli impieghi le sofferenze lorde sono risultate pari all'8,6% (erano al 6,6% un anno prima e al 2,8% a fine 2007, prima dell'inizio della crisi). Nel dettaglio, a marzo questo valore ha raggiunto il 14,6% per i piccoli operatori economici, il 14% per le imprese e il 6,4% per le famiglie. Le sofferenze al netto delle svalutazioni sono invece risultate pari a 75,7 miliardi a marzo, in riduzione rispetto ai 78,2 miliardi del mese precedente, a seguito di operazioni di cessione di prestiti in sofferenza.
DIMINUISCONO OBBLIGAZIONI AUMENTANO DEPOSITI - Ad aprile è in lieve contrazione la dinamica annua della raccolta bancaria in Italia mentre su base mensile è cresciuta di 3 miliardi. Secondo quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi, l'andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) è in diminuzione di circa 18,4 miliardi rispetto a un anno prima, facendo registrare una variazione annua del -1,1% (-2% a marzo). Nel dettaglio, ad aprile è diminuita, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni (-5,9%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di oltre 31 miliardi) il che ha penalizzato l'erogazione dei prestiti a medio e lungo termine. Mentre i depositi sono aumentati di circa 13 miliardi rispetto all'anno precedente (+1,1% contro +1,3% di marzo 2014).
DINAMICA PRESTITI MIGLIORA MA RESTA NEGATIVA - Ad aprile è in lieve recupero la dinamica dei prestiti bancari. Il complesso dei finanziamenti, secondo quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi, ha registrato un'ulteriore attenuazione della variazione negativa su base annua: -2,5% (dal -3,1% del mese precedente) a quota 1.848,2 miliardi di euro. A fine 2007 - prima dell'inizio della crisi - i prestiti ammontavano a 1.673 miliardi, segnando da allora ad oggi un aumento in valore assoluto di oltre 175 miliardi. A questi primi segnali di recupero, spiega l'Abi, contribuiscono sia i finanziamenti per l'acquisto di abitazione sia i finanziamenti erogati alle piccole imprese. Nel dettaglio, i finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano sul -2,2% annuo (era - 2,1% il mese precedente).
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