29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Politica monetaria | Crisi del debito

Vaclav Klaus: «L’Euro è un tragico errore dell’Europa»

Come garantire uno sviluppo stabile dell’Unione Europea in condizioni di indeterminatezza? Questo tema è stato discusso a Mosca al Forum di Gaidar da politici e studiosi mondiali, tra cui Vaclav Klaus, ex presidente della Repubblica Ceca

In un’intervista esclusiva a «La Voce della Russia» questo politico esperto ragiona su come i paesi membri dell’Ue potrebbero, nell’attuale situazione, difendere la propria sovranità nazionale:

− In queste condizioni è assolutamente impossibile difendere quello che ritengo il valore supremo dello Stato. Sono categoricamente contro la federalizzazione dell’Ue. Non voglio vedere i miei nipoti combattere in un esercito europeo. Non voglio semplicemente vivere fino a questo momento. Non voglio eleggere un presidente dell’Europa. Non voglio vedere la bandiera dell’Ue sopra il Castello di Praga. Quando ero presidente, non ve l’ho mai fatta alzare. Ritengo innaturale ed artificiale la creazione di un’Europa unificata. Occupo e occuperò fino alla fine questa posizione. Ne spiegherò il perché. La Repubblica Ceca è un piccolo paese. Per quasi 400 anni ci trovammo sotto il dominio degli Asburgo e cercammo in ogni modo di liberarcene. Ciò diventò un’idea nazionale. Nella seconda metà del XX secolo vivemmo sotto il potere di Mosca. Dopo il crollo del regime comunista fummo contenti di acquistare l’indipendenza. Ed ecco che di nuovo – per la terza volta! – dovremmo adesso perdere la sovranità capitando già sotto il diktat di Bruxelles? Dal punto di vista della prospettiva storica è un vero vicolo cieco. Sogno di evitarlo.

− A quanto risulta, la Repubblica Ceca sarà integrata ancor più strettamente nell’Ue, e cioè entrerà nell’eurozona. Lo ha detto Jiří Rusnok all’atto di abbandonare la carica di premier.
− Mi ha sorpreso molto. Infatti, stando agli ultimi sondaggi, solo il 6% dei cechi vorrebbe essere nella zona euro. Il 16% dei cechi ne parla come di una prospettiva lontana. Ciò significa che il 78% è categoricamente contro la rinuncia alla corona. Ma, si capisce, l’opinione della gente con garantisce contro passi sbagliati del governo.

− Quali sono, secondo lei, le prospettive della valuta europea?
− L’euro è stato un tragico errore, una decisione volontaristica dei politici europei. Nel mio atteggiamento critico verso l’euro non è cambiato niente dal momento di introduzione della valuta europea.

− La Repubblica Ceca, come molti paesi dell’Ue, aspira all’indipendenza dalle risorse energetiche russe. Come si andranno formano i rapporti sul mercaro europeo degli idrocarburi? Conserverà la Russia le proprie posizioni di leader?
− Come economista ritengo assolutamente privi di senso i giochi politici sui timori in merito alla dipendenza dalle forniture russe del petrolio e del gas. Bisogna prendere decisioni economiche normali, e cioè scegliere il venditore di idrocarburi – la Russia o, ad esempio, l’Azerbaigian – in base al prezzo più vantaggioso e al sistema di trasporto più sicuro. Ma quando vedo come politici a Bruxelles diventino d’un tratto esperti delle risorse energetiche e dettino quale gasdotto o itinerario sia preferibile, mi meraviglio infinitamente. Ciò non è di loro competenza, qui è importante l’opinione degli specialisti.

− Nei rapporti tra Russia e Ue esiste un permanente fattore irritante, ossia il tema dello scudo antimissile e molte altre cose. Come superare le pretese reciproche e l’incomprensione?
− Bisogna relegare in secondo piano i problemi artificiali. Così, non ritengo che nel 2014 il tema dello scudo antimissile possa complicare sensibilmente i rapporti russo-europei.

− Signor presidente, non pensa di ritornare nella politica reale?
− Posso solo dire di non avere attualmente ambizioni politiche. Sebbene si facciano adesso molte congetture sulla mia eventuale partecipazione alle elezioni degli eurodeputati nel maggio di quest’anno. Non intendo passare, per così dire, i miei 'giovani anni' in un organo così inutile come il Parlamento europeo.