19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Fisco

Lavoro, la zavorra fiscale

L'incidenza del prelievo fiscale e contributivo sui redditi da lavoro, misurata con l'aliquota implicita - spiega una nota del Centro Studi di Confindustria - è stata in Italia seconda solo al Belgio tra i paesi euro: 42,3% nel 2011 contro il 42,8% del Belgio, il 37,7% dell'eurozona e il 35,8% della media dei 27 paesi dell'Unione

MILANO - In Italia la tassazione sul lavoro a carico delle imprese è la più elevata nell'eurozona, solo il Belgio fa peggio. L'incidenza del prelievo fiscale e contributivo sui redditi da lavoro, misurata con l'aliquota implicita - spiega una nota del Centro Studi di Confindustria - è stata in Italia seconda solo al Belgio tra i paesi euro: 42,3% nel 2011 contro il 42,8% del Belgio, il 37,7% dell'eurozona e il 35,8% della media dei 27 paesi dell'Unione. I più importanti partner europei hanno registrato valori molto inferiori all'Italia: Francia 38,8%, Germania 37,1%, Spagna 33,2%, Regno Unito 26%.

In Italia ai contributi sociali più elevati che altrove e legati all'ingente spesa pensionistica, si aggiunge a carico delle imprese anche la quota di Irap calcolata sul costo del lavoro.
Ciò determina un onere per le imprese che, nel 2011, è stato pari al 10,7% del Pil, inferiore solo a quello registrato in Francia (12,9%) ed Estonia (11,2%).

CONSUMI MENO TASSATI, RIEQUILIBRIO NECESSARIO - Il livello dell'imposizione sul lavoro in Italia da metà degli anni 90 si è innalzato in modo netto al di sopra di quello dei principali partner europei, sottolinea Confindustria, aprendo così un divario sostanziale, in termini di costo del lavoro, che ha effetti negativi sulla competitività delle imprese.

Con l'insorgere della crisi, l'aliquota implicita sul lavoro è cresciuta ancora, toccando il picco del 42,9% nel 2008, per poi tornare nel 2011 al livello del 2007. Negli altri principali paesi europei e in media nell'eurozona, nel 2011 l'aliquota implicita era invece a un livello inferiore a quello registrato nel 2007.