11 ottobre 2024
Aggiornato 16:30
Sono 11 le aziende della collettiva palestinese presenti in fiera a Verona

MARMOMACC e UNIDO insieme per sostenere la Palestina

Sottoscritto in occasione di Marmomacc (25-28 settembre 2013) un accordo di cooperazione internazionale per aiutare lo sviluppo della filiera della pietra naturale palestinese. Finanziati da Unido - agenzia delle Nazioni Unite - la costruzione di un laboratorio e corsi di formazione per gli architetti e i marmisti del Politecnico di Hebron

VERONA - La crescita dell’industria della pietra naturale in Palestina passa anche per Marmomacc. Nel corso della 48a edizione della fiera leader mondiale per marmo, design e tecnologie, fino a domani alla Fiera di Verona, è stato sottoscritto un accordo di collaborazione per la formazione dei giovani architetti e marmisti palestinesi. A promuoverlo e finanziarlo l’Unido, agenzia delle Nazioni Unite che si dedica al sostegno delle piccole e medie imprese nei paesi in via di sviluppo.
Al Politecnico di Hebron, città tra i principali distretti per l’estrazione e la trasformazione della pietra nella regione, sono già stati allestiti due laboratori con macchinari e tecnologie made in Italy per la lavorazione e l’analisi dei diversi materiali lapidei.

Parla tricolore anche la parte didattica: il programma dei corsi universitari è stato definito da docenti italiani insieme ai colleghi di Hebron.
Tra i firmatari del progetto di Unido, oltre a Veronafiere con Marmomacc, compaiono il Centro palestinese per la pietra e il marmo (Psmc) e l’Istituto internazionale del marmo (Isim). L’iniziativa gode, inoltre, del sostegno di Confindustria Marmomacchine e dell’Unione della pietra e del marmo della Palestina.
«Grazie a Marmomacc - spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - mettiamo a disposizione la nostra rete internazionale e l’esperienza decennale di provider nel settore della formazione di architetti e designer. Come parte dell’accordo di cooperazione ci occuperemo, in particolare, di coordinare le attività svolte con Isim, dando, inoltre, l'opportunità alle imprese palestinesi di partecipare a tutte le manifestazioni di settore organizzate da Veronafiere in Italia e all'estero».

Proprio quest’anno, Marmomacc vede il ritorno della collettiva palestinese, presente con 11 aziende su una superficie espositiva di oltre 200 metri quadrati.
L'industria della pietra rappresenta un importante tassello dell'economia della Palestina e comprende circa 300 siti estrattivi ed oltre mille aziende di lavorazione, per lo più di piccole dimensioni. Negli ultimi cinque anni, la produzione è cresciuta in modo significativo, attestandosi attorno ai 100 milioni di tonnellate di materiale grezzo all'anno, con un export che tocca il controvalore di 60 milioni di dollari Usa. Sono oltre 15mila i lavoratori direttamente impiegati nel settore, soprattutto nei distretti di Hebron, Betlemme, Nablus e Ramallah.

«Abbiamo già tenuto diverse lezioni sui sistemi di escavazione e lavorazione delle pietre palestinesi - fa sapere il direttore dell’Istituto internazionale del marmo, Paolo Marone -, utilizzando le tecnologie italiane più idonee alle caratteristiche fisico-chimiche dei materiali estratti. Il progetto dell’Unido ha consentito di realizzare un sistema informatico presso il Centro del marmo di Hebron con un data base del settore, un software per la gestione e il riciclaggio dei scarti lapidei e stiamo anche mettendo a punto un programma per la valutazione dei costi di realizzazione dei lavorati».