19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
La crisi economica

Il Ministro Lupi chiede una Golden Rule per investimenti in reti TEN

Lo ha spiegato oggi, da Lussemburgo, il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, parlando in teleconferenza con alcuni giornalisti a Bruxelles, a margine del Consiglio Trasporti dell'UE a cui ha partecipato

BRUXELLES - L'Italia sta lavorando affinché gli investimenti pubblici per le Ten - le reti infrastrutturali nei settori dei trasporti e dell'energia, riconosciute di interesse europeo e co-finanziate con i fondi Ue - non vengano computati nel rapporto deficit/Pil ai fini dell'applicazione del Patto di Stabilità europeo. Lo ha spiegato oggi, da Lussemburgo, il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, parlando in teleconferenza con alcuni giornalisti a Bruxelles, a margine del Consiglio Trasporti dell'Ue a cui ha partecipato.

Il governo italiano vuole che questa 'golden rule' o 'regola d'oro' (un trattamento differenziato, e più favorevole, del deficit causato dagli investimenti pubblici produttivi rispetto a quello derivante dalla spesa corrente) sia adottata al livello europeo, per tutti gli Stati membri, ma circoscrivendola ai soli progetti già approvati dall'Ue per le Ten. Una richiesta che Lupi ha definito «semplice, seria e responsabile», di «spesa buona per la crescita» e «con ruolo antirecessivo», che permetterebbe di «liberare risorse equivalenti» in bilancio «da destinare ad altri investimenti nelle infrastrutture di interesse nazionale».

In altri termini, mentre le parallele richieste del governo di utilizzare i margini di bilancio acquisiti con la recente uscita dalla procedura Ue per deficit eccessivo significa che l'Italia potrà aumentare il proprio disavanzo/Pil fino al 3% (ad esempio per finanziare gli incentivi all'occupazione giovanile e la riduzione del cuneo fiscale), con gli investimenti approvati dall'Ue e certificati d'interesse europeo per i progetti Ten potrà spingersi oltre il 3%.

Secondo Lupi, se la richiesta verrà accettata, considerando che per questi progetti l'Italia dovrà spendere 23 miliardi di euro in tre anni (5 miliardi nel 2013, 9 nel 2014 e altri 9 nel 2015), si può calcolare che si potranno aggiungere circa 15-20 decimi di punto nel margine disponibile sotto il 3%. «E' come se ci potessimo spingere fino al 3,15% o al 3,20% nel rapporto disavanzo/Pil», senza far scattare di nuovo la procedura per deficit eccessivo, ha esemplificato il ministro.

I progetti Ten riguardanti l'Italia, che nel 2011 sono stati dichiarati di interesse prioritario europeo, sono il Corridoio mediterraneo Madrid-Kiev (che comprende la Tav Torino-Lione); il corridoio Nord-Sud Helsinki-La Valletta (comprendente il Brennero); il corridoio Rotterdam-Genova e quello Baltico-Adriatico. «Chiediamo con forza che, se un'opera è ritenuta fondamentale per l'Europa, il suo finanziamento sia scomputato dal calcolo del deficit», ha detto il ministro, precisando comunque che le discussioni sono ancora in corso e che «non è che abbiamo già risolto il problema». Il negoziato riguarda soprattutto il Consiglio Ecofin, competente per queste questioni, ha ricordato ancora Lupi, e dovrebbe avere un punto di svolta quando la Commissione europea pubblicherà, come ha promesso di fare prima dell'estate, una sua comunicazione su questa specifica questione.