23 maggio 2025
Aggiornato 03:00
Siderurgia | Inchiesta Ilva

Ilva: Indagati a Taranto sindaco, sacerdote e ispettore della Digos

La procura di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati i nomi del sindaco di Taranto Ippazio Stefàno e del sacerdote Marco Gerardo, segretario dell'ex arcivescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa. Oltre al sindaco ed all'esponente della curia, risultano indagate altre tre persone

TARANTO - La procura di Taranto ha iscritto nel registro degli indagati i nomi del sindaco di Taranto Ippazio Stefàno e del sacerdote Marco Gerardo, segretario dell'ex arcivescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa. Oltre al sindaco ed all'esponente della curia, risultano indagate altre tre persone.
Il primo è indagato per omissione in atti d'ufficio, un atto dovuto dopo la denuncia del consigliere comunale Aldo Condemi che il mese scorso denunciò la mancata azione del sindaco a tutela della salute pubblica e la mancata costituzione di parte civile in un processo che si è concluso con la condanna dei vertici di Ilva.
Il sacerdote è indagato per false dichiarazioni al pubblico ministero al quale ha raccontato di alcune elargizioni da parte dell'Ilva alla curia locale. Il sacerdote sarebbe stato smentito dallo stesso monsignore circa i diecimila euro che secondo l'accusa sarebbero stati consegnati da Archinà, arrestato ieri, al professor Liberti, all'epoca consulente della procura. Archinà disse agli investigatori che quella somma era destinata alla curia, cui faceva donazioni a Pasqua e a Natale.
La guardia di finanza, inoltre, su delega della procura ionica sta eseguendo accertamenti a Bari e a Roma per far luce sulla concessione dell'Aia rilasciata il 4 agosto 2011 dal ministero per l'Ambiente.

Indagato anche ispettore della Digos - Nell'ambito dell'inchiesta su Ilva è stato iscritto nel registro degli indagati anche il nome dell'ispettore di polizia Cataldo De Michele, in servizio presso la Digos di Taranto, con l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio.
Secondo quanto scritto nell'ordinanza di ieri del gip Patrizia Todisco, «un ulteriore elemento sintomatico della capacità di penetrazione nelle istituzioni esercitata da Girolamo Archiná è rappresentata dai contatti con l'ispettore De Michele».
In un'occasione, l'ispettore avvisó Archiná che la procura ionica indagava per il reato di disastro ambientale, riferendo di un incontro riservato che il procuratore della Repubblica aveva avuto il 6 giugno 2010 con Assennato, dell'Arpa di Taranto, in Questura e precisando che il procuratore Sebastio aveva chiesto ad Assennato notizie sulle rilevazioni delle emissioni di benzoapirene, aggiungendo di aver captato che la procura aveva chiesto una ulteriore relazione per completare le indagini sul disastro. In una intercettazione telefonica l'ispettore chiede ad Archiná di interessarsi per la proroga del contratto di lavoro del cognato di un sua collega impiegato presso una ditta dell'appalto Ilva.