19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Siderurgia | Inchiesta Ilva

«Senza dissequestro l'Ilva chiuderà»

E' questo lo scenario proposto senza mezzi termini dal presidente dell'Ilva Bruno Ferrante e dal legale Marco De Luca nella richiesta di dissequestro consegnata ieri ed ora al vaglio dei vertici della procura ionica. Ferrante: «Siamo impegnati a mantenere i posti di lavoro». Duro Bonelli: «L'azienda non sfida solo i Magistrati ma un'intera città»

TARANTO - «Se il sequestro preventivo dovesse permanere, pur a fronte del mutato quadro autorizzatorio e delle sottese valutazioni, compiute dalle Autorità tassativamente competenti, l'ovvia insostenibilità economico-finanziaria delle novellate condizioni di esercizio - e della finalità d'eccellenza e di unicità nel contesto europeo, che le anima - condurrebbe inevitabilmente alla definitiva cessazione dell'attività produttiva ed alla chiusura del polo produttivo». E' questo lo scenario proposto senza mezzi termini dal presidente dell'Ilva Bruno Ferrante e dal legale Marco De Luca nella richiesta di dissequestro consegnata ieri ed ora al vaglio dei vertici della procura ionica.
Nell'istanza, il legale ed il presidente dell'Ilva scrivono chiaramente che «il nuovo quadro autorizzativo (la revisione dell'Aia da parte del ministero per l'Ambiente che prevede nuove e più incisive prescrizioni per il siderurgico n.d.r.) postula interventi ed investimenti, anche nel breve termine, per valori che comportano il ricorso al credito, ciò che risulta impossibile in costanza di provvedimenti limitativi della proprietà e della gestione dello stabilimento».
In altre parole, scrivono ancora Ferrante ed il legale dell'Ilva, «o cessa il vincolo cautelare reale posto sull'area a caldo dello stabilimento Ilva di Taranto, o l'ottemperanza all'incisivo piano di interventi di adeguamento e il rispetto dei nuovi limiti di emissioni diviene - da subito - economicamente insostenibile».

Ferrante: Siamo impegnati a mantenere i posti di lavoro - «L'umore tra i lavoratori dell'Ilva è di grande ansia, preoccupazione e tensione: da parte nostra però c'è l'impegno a conservare e mantenere i posti di lavoro». Lo ha detto il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante a SkyTg24.
«La crisi è internazionale e nazionale e la situazione di sequestro non ci consente di avere atteggiamenti positivi e favorevoli: chiaramente tutto questo i lavoratori lo vivono con grande angoscia e preoccupazione», ha continuato Ferrante, spiegando che «il governo segue con grandissima attenzione la vicenda: speriamo di poter essere presto convocati, ma il canale di dialogo e confronto con il governo non è mai mancato in questi mesi».

Bonelli: L'azienda non sfida solo i Magistrati ma un'intera città - «L'Ilva con il suo 'dissequestro o chiusura' non sfida solo i magistrati ma un'intera città con i suoi malati ed i suoi morti». Lo ha affermato in una dichiarazione il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli.
«Bisogna dire basta a questo ricatto tra lavoro e salute, tra la vita propria e dei propri figli e lo stipendio: a Taranto i cittadini devono poter lavorare senza pensare il loro lavoro compromette la salute, la vita, il futuro loro e delle generazioni che verranno. L'azienda deve assumersi la responsabilità dell'inquinamento provocato e destinare gli utili fatti in questi anni per la bonifica della città a cui è stato rubato il futuro. Chi continua a minimizzare vestendo panni da negazionista rispetto ad un'emergenza sanitaria ed ambientale che è sotto gli occhi di tutti e che ha provocato dolore immenso a generazioni di tarantini non solo offende chi vive a Taranto ma anche tutti gli italiani».