28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
A fare queste previsioni è il Fondo monetario internazionale

Crisi: Nel 2017 il 14% delle nostre entrate serviranno solo per coprire lo spread

Anche se gli spread dovessero restare ai livelli attuali, i paesi devono fronteggiare un aumento del fardello sul pagamento degli interessi sui debiti pubblici. In assenza di una piena attuazione delle misure di risanamento previste gli spread potrebbero anche raggiungere il 18% delle entrate fiscali

ROMA - L'Italia dovrà spendere il 14 per cento di tutte le sue entrate fiscali solo per ripagare gli interessi sul debito pubblico nel 2017, posto che rendimenti e spread dei titoli di Stato rimangano ai livelli attuali. Perché in assenza di una piena attuazione delle misure di risanamento previste gli spread potrebbero tornare ad aumentare in maniera significativa, e allora il costo di questi interessi salirebbe al 18 per cento delle entrate fiscali. A fare queste previsioni è il Fondo monetario internazionale, che nel suo ultimo Global Financial Stability Report avverte anche come eventuali «aumenti degli spread e aggravamenti dei consti degli interessi potrebbero portare a ulteriori declassamenti di rating».

Un quadro impegnativo in cui l'Italia si trova in compagnia della Spagna. «Le agenzie di rating - nota il Fmi - hanno citato le condizioni di finanziamento come giustificazione di declassamenti anticipati, e stanno mantenendo prospettive di rating negative o esami per possibili declassamenti sulla maggior parte dei paesi dell'area euro. Anche se gli spread dovessero restare ai livelli attuali, i paesi devono fronteggiare un aumento del fardello sul pagamento degli interessi sui debiti pubblici. Lo scenario di base implica che in Italia e Spagna il conto degli interessi salirà al 14 per cento delle entrate per il 2017».

Visco: Sostenibili tassi anche sopra il 5% - L'Italia può sostenere tassi di interesse anche superiori al 5%, ma il problema è quanto costa. Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in una intervista alla Cnn. «Anche più del 5% è sostenibile per l'Italia. Il problema - ha detto - non è se sia sostenibile ma quanto costa ed è estremamente costoso».
Questo - ha spiegato - si traduce «in un tasso di crescita basso. Il 5% è uno dei tassi più bassi per l'Italia da diversi anni ma sfortunatamente il tasso di crescita del paese è basso. Quindi è una cosa relativa. I tassi sono ancora alti ma sono sostenibili».