18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
La scoperta della Guardia di Finanza

Maxi evasione fiscale: 112 milioni elusi, 9 denunce

Coinvolte 17 società che commerciano polimeri e cellulosa. Avevano la sede legale in paesi europei come Cipro, Francia, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna, ma commercializzavano in Italia migliaia di tonnellate di materie prime disattendendo qualsiasi obbligo fiscale

BERGAMO - Avevano la sede legale in paesi europei come Cipro, Francia, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna, ma commercializzavano in Italia migliaia di tonnellate di materie prime disattendendo qualsiasi obbligo fiscale.
Così 17 imprese hanno evaso 112 milioni di euro di Iva, secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle di Bergamo in 3 anni e mezzo di indagini, necessari per ricostruire la commercializzazione in Italia migliaia di tonnellate di materie prime, soprattutto polimeri e cellulosa, per un valore di 560 milioni di euro.

Con la contestazione di omessa o infedele presentazione della dichiarazione IVA ed occultamento-distruzione di documenti contabili, sono scattate le denunce ed i sequestri dei beni di nove indagati.
In un caso una società, formalmente domiciliata in Irlanda ma operante stabilmente in Italia, ha sottratto al fisco oltre 62 milioni di euro.

Le Fiamme Gialle hanno concluso 17 verifiche fiscali eseguite nei confronti di altrettante società che, pur avendo la propria sede legale all'estero, hanno commercializzato in Italia migliaia di tonnellate di materie prime (soprattutto polimeri e cellulosa) per un valore di 560 milioni di euro, evadendo la relativa Iva. Le società estere individuate, tutte comunitarie, sono risultate risiedere in Cipro (3), Francia (3), Gran Bretagna (9), Irlanda (1) e Spagna (1).

Le attività di polizia giudiziaria e quelle di verifica fiscale sono durate oltre tre anni e mezzo ed hanno permesso di contestare a persone di nazionalità inglese (3), francese (2), irlandese (1), polacca (1), tedesca (1) ed italiana (1), da tempo residente all'estero, reati commessi tra il 2004 ed il 2008 per omessa presentazione della dichiarazione Iva, infedeltà della dichiarazione Iva, occultamento o distruzione dei documenti contabili.p>

LaLa frode è stata realizzata attraverso l'improprio utilizzo delle partite Iva italiane che, a richiesta delle società comunitarie, sono attribuite dal Centro operativo di Pescara dell'Agenzia delle Entrate per consentire la diretta fatturazione delle operazioni commerciali effettuate in Italia senza il tramite di un rappresentante fiscale nazionale.

L'operazione è stata chiamata '999' perché tali partite Iva hanno la caratteristica di essere contraddistinte dalla serie numerica 999 prima dell'ultima cifra.

La Guardia di Finanza ha scoperto che le società, pur avendo fatturato transazioni commerciali in Italia, hanno perlopiù disatteso qualsiasi obbligo fiscale: tenuta dei registri e delle fatture emesse, presentazione della dichiarazione Iva, versamenti d'imposta. In altri casi, invece, alcune società coinvolte, contemporaneamente titolari di partite Iva attribuite da altri Paesi comunitari, hanno approfittato di tale circostanza veicolando le transazioni effettuate in Italia sulle partite Iva estere.

In un caso una società, formalmente domiciliata in Irlanda ma operante stabilmente in Italia, ha sottratto all'imposizione diretta (IRES ed IRAP) una base imponibile di oltre 62 milioni di euro. Nell'ambito delle indagini sono stati eseguiti sequestri per equivalente per 4 milioni di euro e segnalati all'Agenzia delle Entrate valori da poter sottoporre a sequestro amministrativo per 80 milioni di euro.