Befera: Il fisco non vessa, ora caccia ai grandi evasori
«La grande piaga del nostro Paese è l'evasione che fa da sponda al altre piaghe come la corruzione e il riciclaggio. Il presidente Monti, che ha ben chiaro questo, ha dotato le strutture che operano contro l'evasione di ulteriori e incisivi strumenti». Lo afferma il direttore generale dell'Agenzia delle entrate e di Equitalia, Attilio Befera in un'intervista al Corriere della sera
ROMA - «La grande piaga del nostro Paese è l'evasione che fa da sponda al altre piaghe come la corruzione e il riciclaggio. Il presidente Monti, che ha ben chiaro questo, ha dotato le strutture che operano contro l'evasione di ulteriori e incisivi strumenti». Lo afferma il direttore generale dell'Agenzia delle entrate e di Equitalia, Attilio Befera in un'intervista al Corriere della sera.
Befera ha ricordato, citando i dati, che la presa sui piccoli evasori si è un po' allentata: «Però - ha osservato - è un segnale di cambiamento, perché Equitalia è più concentrata sui grandi debitori, con metodi parametrati all'entità del dovuto». Quanto ai crediti fiscali fino a 2mila euro che riguardano sopratutto i tributi degli enti locali, Befera giudica «verosimile» la possibilità che quest'anno si apra un buco di bilancio: «nel 2012 gli incassi per conto degli enti locali, che l'anno scorso a fine agosto erano pari a 1,1 miliardi, sono fermi a 900 milioni: lo stato finora ci ha rimesso un'ottantina di milioni. Penso si debba trovare un nuovo punto di equilibrio altrimenti sarà un problema soprattutto per i comuni».
Befera conferma poi che i risultati 2012 «sono buoni: Siamo in linea con le somme incassate l'anno scorso: a fine agosto 7,2 miliardi contro 7,3 del 2011». E, alla domanda se almeno i 10 miliardi di euro contabilizzati nel bilancio di quest'anno sono al sicuro, Befera risponde: «direi proprio di sì».
Befera: Il fisco non vessa, barche e auto tolte a chi evade - «Le macchine e le barche sono state portate via da chi evadeva». Così il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in un'audizione in commissione Finanze della Camera, ha replicato ai deputati che sostenevano che i proprietari di auto di lusso e barche sono costretti a lasciare il Paese a causa della lotta all'evasione fiscale. Le entrate recuperate dalla lotta all'evasione fiscale non sono arrivate dai cittadini onesti, ha tenuto a puntualizzare Befera. «In Italia ci sono persone che non hanno pagato 30mila euro di multe - ha detto Befera - Noi non siamo particolarmente cattivi rispetto agli altri paesi. Mediamente si parla di 120-130 miliardi di euro di imposte evase in Italia. Da quando sono direttore ne abbiamo recuperate oltre 40 miliardi. La sensazione è che questi 40 miliardi siano stati presi da cittadini onesti che sono stati vessati. Non è questa la realtà. Tutto quello che facciamo lo facciamo secondo la legge, sanzioni e leggi non le facciamo noi, noi le applichiamo», ha spiegato. «L'amministrazione fiscale è ancora al lavoro sul redditometro ma 'a breve' dovrebbe essere pronto lo strumento ormai da tempo atteso», ha proseguito. Sul redditometro, meglio «tardare un po' ma ottenere uno strumento per snidare l'evasione al di fuori del reddito di impresa». Befera ha aggiunto che si sta lavorando su due forme di redditometro, «una per la selezione preventiva e una per l'attività di controllo».
«Il mio stipendio è quello del primo presidente della Corte di Cassazione, intorno ai 300mila euro l'anno e da un anno ho rinunciato agli emolumenti di Equitalia e non ho altri incarichi», ha concluso.
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