Consumi, segnali di stabilizazione a luglio
Nel mese in esame, secondo l'indicatore di Confcommercio, «sebbene il dato tendenziale segnali una consistente riduzione (-3%), il dato congiunturale registra una crescita dello 0,3% ma soprattutto fa segnare il terzo mese consecutivo nel quale i consumi non si contraggono»
ROMA - Segnali di stabilizzazione a luglio per quanto riguarda i consumi. Nel mese in esame, secondo l'indicatore di Confcommercio, «sebbene il dato tendenziale segnali una consistente riduzione (-3%), il dato congiunturale registra una crescita dello 0,3% ma soprattutto fa segnare il terzo mese consecutivo nel quale i consumi non si contraggono».
Fenomeno che può essere interpretato - sottolinea Confcommercio in una nota - come l'estremo tentativo da parte delle famiglie di contrastare la riduzione del reddito disponibile mediante un ulteriore incremento della propensione al consumo al fine di non ridurre ulteriormente la spesa e, cioè, di non intaccare il proprio livello di benessere. Insomma, al netto dell'effetto di un possibile contributo positivo da parte dei turisti stranieri, anche nel mese di luglio le famiglie non si sono arrese di fronte alla nuova ondata recessiva.
Permane una situazione molto difficile - In termini prospettici, rileva Confcommercio, i più recenti indicatori congiunturali segnalano il permanere di una situazione molto difficile, non permettendo di valutare con sufficiente chiarezza se, con la fine della primavera, si sia toccato il punto di minimo del livello dei consumi aggregati o si tratti, come avvenuto in passato, di una fase di momentanea stabilizzazione prima di un'ulteriore discesa.
La dinamica tendenziale dell'Indicatore di luglio riflette una diminuzione dell'1,5% della domanda relativa ai servizi e del 3,6% della spesa per i beni. In un contesto che ha visto per molti beni e servizi il permanere di una situazione di contrazione dei consumi rispetto all'analogo mese del 2011, a cui fanno eccezione solo i beni e servizi per le comunicazioni (+4,7%), le riduzioni più significative della domanda hanno interessato la mobilità (-11,6%) e l'abbigliamento e le calzature (-10,2%).
I dati destagionalizzati mostrano a luglio un aumento dello 0,3% rispetto a giugno. In termini di media mobile a tre mesi l'indicatore segnala un contenuto recupero che ha solo permesso di mantenere l'indicatore sui livelli minimi raggiunti nei mesi precedenti. Nel mese di luglio il modesto aumento dei volumi acquistati dalle famiglie ha interessato esclusivamente i beni (0,5%), mentre per i servizi si è segnalato un lieve regresso (-0,2%). La componente di spesa più penalizzata dalla scelta delle famiglie risulta quella relativa all'abbigliamento e alle calzature (-1,6). Anche per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa, nel mese di luglio si è registrata una riduzione (-0,5% rispetto a giugno).
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di settembre 2012 si stima una variazione congiunturale nulla dell'indice dei prezzi al consumo, con un tasso di crescita tendenziale del 3,2% analogo a quello registrato ad agosto.
Sangalli: Famiglie non resisteranno senza misure di sostegno - «Stiamo assistendo ad un vero e proprio tentativo estremo da parte delle famiglie di mantenere inalterati i livelli di spesa di questi ultimi mesi». Lo afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli commentando i dati dell'Indicatore consumi di luglio. «Un atteggiamento, un tentativo che però - aggiunge - non potrà durare ancora per molto tempo, se non si varano al più presto misure di contrasto al perdurare della crisi. Perché il rischio, più che concreto, è che in autunno ci sia un nuovo crollo della domanda interna. Occorrono, dunque, risposte immediate ed efficaci - a cominciare dalla riduzione della spesa pubblica e dal taglio alle tasse - per far ripartire l'economia del paese».
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