29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Siderurgia | Inchiesta Ilva

Ilva, vertice in Procura. Sebastio: Cessare le emissioni pericolose

Massimo riserbo da parte del numero uno della procura ionica sui tempi e le modalità di attuazione degli interventi: «i tecnici stanno per questo, tocca a loro prospettare le modalità di intervento. Ora stanno verificando che la produzione sia al minimo e ci hanno già indicato una stima dei costi e degli interventi da fare»

TARANTO - Di nuovo al tribunale di Taranto i custodi giudiziari nominati dal gip Patrizia Todisco lo scorso 25 luglio Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, accompagnati dal custode amministrativo Mario Tagarelli e dai carabinieri del Noe di Lecce. Dopo un primo rapido incontro in mattinata col gip Todisco, i custodi, incaricati dal tribunale del Riesame di stabilire le strategie e le misure per interrompere la situazione di rischio ambientale e per la salute dei cittadini causata dalle emissioni pericolose dell'acciaieria di Taranto, hanno incontrato il procuratore della Repubblica Franco Sebastio, a capo del pool di magistrati che si occupano delle indagini.

Tocca ai tecnici prospettare le modalità di intervento - «La fase esecutiva del sequestro - ha commentato il procuratore Sebastio al termine dell'incontro - è iniziata 24 ore dopo la notifica del decreto di sequestro. Il tribunale del Riesame è stato molto chiaro non c'è la facoltà d'uso degli impianti e lo scopo dei custodi, sotto la nostra supervisione, è di eliminare le emissioni nocive per la salute».
Massimo riserbo da parte del numero uno della procura ionica sui tempi e le modalità di attuazione degli interventi: «i tecnici stanno per questo, tocca a loro prospettare le modalità di intervento. Ora stanno verificando che la produzione sia al minimo e ci hanno già indicato una stima dei costi e degli interventi da fare. Può darsi che ci siano lavori da fare ad impianti fermi, altri lavori da fare ad impianti accesi ma non produttivi ed altri che permettano di produrre. Tutti questi aspetti li indicheranno i custodi tecnici con i quali abbiamo già concordato una linea operativa».

Chiaro invece il procuratore sui possibili sviluppi della vicenda: «Noi siamo organo giudiziario, perseguiamo i reati, non risolviamo i problemi. Il nostro scopo, indicato dal Riesame, è porre fine rapidamente alle emissioni nocive per l'ambiente e la salute pubblica. 'Evitiamo di fare annunci in un momento delicato come questo. Conteranno i fatti. I tecnici indicheranno alla proprietà dello stabilimento il programma e gli interventi concordati seguendo la linea dettata dal Riesame, cioè quella di evitare per quanto possibile tecnicamente, la distruzione degli impianti. Si tratta di un'azienda privata, non può farsi carico lo Stato dei lavori necessari per evitare le emissioni nocive, toccherà all'Ilva decidere cosa fare».
I custodi giudiziari nominati dal gip, hanno già eseguito diversi accessi all'interno dello stabilimento, raccogliendo documenti e prendendo informazioni sullo stato degli impianti e sulla produzione. Anche oggi non è escluso che i custodi tornino in Ilva per un ulteriore accesso.

Vertice azienda-sindacati - Sempre in mattinata s'è tenuto un incontro all'interno dello stabilimento fra il presidente del Cda di Ilva Bruno Ferrante ed i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, che hanno chiesto di incrementare l'investimento di 146 milioni annunciato nei giorni scorsi da Ilva per ristrutturare e bonificare gli impianti.
I I leader sindacali hanno allontanato lo spettro della cassa integrazione. «Ritengo che in questo momento la cassa integrazione per i lavoratori dell'Ilva di Taranto sia da escludere» ha detto il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella.
Lunedì 27 agosto la commissione ministeriale per l'Aia si insedierà a Taranto in prefettura per l'inizio dei lavori.