12 ottobre 2025
Aggiornato 15:30
I dati della CGIA di Mestre

Tasse locali, +114% negli ultimi 15 anni

Sempre in questo lasso di tempo, le entrate fiscali di Regioni, Province e Comuni sono passate da 47,6 a 102 miliardi di euro. L'amministrazione centrale, invece, ha aumentato le entrate solo del 9%. Se nel 1996 il gettito era di 320,9 miliardi, nel 2011 l'erario ha incassato 349,9 miliardi. Codacons: Comuni abbassino aliquote Imu su prima casa

ROMA - Tra il 1996 e il 2011, il gettito riferito alla tassazione locale è più che raddoppiato: +114,4%. Sempre in questo lasso di tempo, le entrate fiscali di Regioni, Province e Comuni sono passate da 47,6 a 102 miliardi di euro. L'amministrazione centrale, invece, ha aumentato le entrate solo del 9%. Se nel 1996 il gettito era di 320,9 miliardi, nel 2011 l'erario ha incassato 349,9 miliardi, mentre il Pil nazionale, sempre in questi ultimi 15 anni, è cresciuto del 15,4%. Nel 2011 ogni italiano ha ipoteticamente versato nelle casse delle autonomie locali ben 1.684 euro. Sono questi i principali risultati di un'analisi realizzata dall'ufficio studi della Cgia di Mestre: dati riferiti al 2011 e a prezzi costanti, ovvero al netto dell'inflazione.

Situazione destinata a peggiorare - «Purtroppo - dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - la situazione è destinata a peggiorare. Con l'introduzione dell'imposta municipale sulla prima casa e l'aumento registrato dalle addizionali Irpef regionali e comunali, nel 2012 le entrate in capo alle Autonomie locali sono destinate a subire una ulteriore impennata. Per invertire la rotta bisogna attuare il federalismo fiscale».
L'aumento delle tasse locali «è il risultato del forte decentramento fiscale iniziato negli anni '90 l'introduzione dell'Ici, dell'Irap e delle addizionali comunali e regionali Irpef hanno fatto impennare il gettito della tassazione locale che è servito a coprire le nuove funzioni e le nuove competenze che sono state trasferite alle Autonomie locali».

Codacons: Comuni abbassino aliquote Imu su prima casa - I dati della Cgia sulle tasse locali «confermano che il maggiore federalismo ha finora prodotto solo un aumento delle tasse locali a livello ormai insostenibile per le famiglie». Lo dice il Codacons «a una maggiore autonomia degli enti locali - spiega - non ha corrisposto una maggiore responsabilità nelle spese, ma anzi più sprechi e inefficienze. Nonostante il patto di stabilità e il blocco degli stipendi pubblici per tre anni, per esempio, il costo dei comuni è aumentato invece di scendere».
Per questo l'associazione di consumatori teme ora che gli enti locali sfruttino anche l'Imu per aumentare ulteriormente le loro entrate. «Nonostante il gettito Imu incassato a giugno sia in linea con le previsioni e non giustifichi alcun aumento di aliquota il rischio concreto è quello di una ulteriore stangata a danno delle famiglie italiane già sul lastrico».
Il Codacons chiede ai Comuni «di abbassare le aliquote sulla prima casa, compensando il minor gettito con una gestione più oculata dello loro spese, la riduzione di sprechi e l'eliminazione dei finanziamenti a pioggia. In alternativa i comuni dovrebbero almeno rendere l'Imu più equa, diversificando le aliquote a seconda della categoria catastale, in modo che sia più bassa per le categorie come A4 (popolari) e A5 (ultrapopolari) e maggiore per le case di lusso come A1 (di tipo signorile), A8 (ville) e A9 (castelli e palazzi di eminente pregio artistico e storico)».

Giampaolino: Contrastare evasione, non indebolire Equitalia - Una «strategia chiara di contrasto» all'evasione fiscale e i «cittadini onesti» che «devono imparare a non stare più al gioco di chiunque pensi di poter fare il furbo, sia che si tratti del negoziante che del medico, dell'avvocato o dell'idraulico». Lo dice il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in un'intervista al 'Corriere della Sera'.
«Basta favorire l'evasione indebolire il ruolo di Equitalia a favore di una miriade di improvvisate società locali di riscossione sarebbe un errore gravissimo che mi auguro non sia commesso». Secondo Giampaolino c'è «una crescente insofferenza nei confronti dei cosiddetti furbi, molti dei quali sembrano incalliti e comunque del tutto indifferenti rispetto ai problemi in cui il paese si dibatte».