20 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Banche

UniCredit, pressing in Libia per il board

Il Vicegovernatore della banca centrale libica Ali Mohammed Salem al «Sole 24 ore»: investimento di lungo termine

ROMA - La partecipazione della nuova Libia in UniCredit, attualmente compresa tra il 4% e il 5%, è strategica e Tripoli desidera che questa quota di rilievo si traduca nella presenza di un suo membro nel consiglio d'amministrazione della prima banca italiana. Lo ha detto, in un'intervista a «Il Sole 24 Ore», il vicegovernatore della Libyan central bank, Ali Mohammed Salem: «Vendere ora? Sarebbe folle. Perderemmo più di un miliardo di euro. E comunque - ha sottolineato il banchiere centrale - la partecipazione libica in UniCredit non è in discussione. E' un investimento a lungo termine. Siamo convinti che saremo ripagati con una crescita».

A nove mesi dalla morte di Muammar Gheddafi, con il cambio di regime sancito lo scorso 7 luglio anche dall'inatteso successo di una coalizione guidata dalle forze più laiche e liberali dei partiti islamisti, Tripoli torna a dedicarsi alle sue numerose partecipazioni all'estero, quindi anche in Unicredit, dove ambisce ad avere un membro nel nuoco consiglio d'amministrazione. Fino al 2010 i libici erano i primi azionisti della banca di Piazza Cordusio; la banca centrale deteneva una quota del 4,98% che unita a quella del fondo sovrano, il Libyan investment Authority (Lia), ammontava a circa il 7,6%. Quota scesa sotto il 5% dopo l'aumento di capitale varato da UniCredit lo scorso gennaio a cui la Banca Centrale ha aderito solo parzialmente sottoscrivendo circa la metà dei diritti. Le quote sono scese così a circa il 3% per la banca centrale e sembra circa all'1,3% per la Lia. «Desideriamo - afferma Salem - un membro nel board perchè abbiamo ancora una grande quota in UniCredit».