Lavoro: Fini, con accordo Pd-Pdl via libera entro il 28
Il Presidente della Camera: Non ci sono ostacoli procedurali, è solo una questione di volontà politica. Gasparri (Pdl): In Aula esame senza diktat. Schizofrenico chi critica il presidenzialismo ma esautora le Camere. Cicchitto: Se Monti aveva urgenza doveva fare un decreto
ROMA - «Perché la Camera approvi, in concomitanza con il vertice Europeo del 28 giugno, la riforma del mercato del Lavoro come richiesto dal Presidente del Consiglio, è necessario che Pdl e Pd - contrariamente a quanto accaduto fino ad oggi - ne condividano la necessità. Non ci sono infatti ostacoli né procedurali, né regolamentari. È solo una questione di volontà politica». E' quanto afferma in una nota il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini.
Gasparri (Pdl): Alla Camera esame senza diktat - «Il presidente del Consiglio Monti sul disegno di legge di riforma del mercato del lavoro ha accettato il veto ad emanare un decreto ed ora chiede una approvazione lampo alla Camera. Ma se il provvedimento era così urgente perché non ha fatto un decreto? Noi al Senato abbiamo garantito un iter rapido, approvando la riforma nonostante dubbi su alcuni capitoli e la scelta lenta del governo, ostaggio di Cgil e di altri. Adesso alla Camera saremo liberi di valutare il nuovo diktat». E' quanto afferma il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
Schizofrenico chi critica il presidenzialismo ma esautora le Camere - «Ma i commentatori che ora chiedono l'approvazione urgente perché non hanno il coraggio di dire che sbagliò chi non volle il decreto - insiste Gasparri -? E come se non bastasse alcuni al tempo stesso criticano il presidenzialismo invocando il parlamentarismo, ma poi vogliono un Parlamento esautorato. Siamo ormai alla schizofrenia, dove chi usa argomenti ragionevoli viene fatto passare per irresponsabile, mentre invece sono altri che devono giustificarsi ».
Cicchitto: Se Monti aveva urgenza doveva fare un decreto - «Se il presidente Monti avesse avuto una grande urgenza per fare approvare una riforma del mercato del lavoro, avrebbe potuto e dovuto presentare il progetto sotto forma di decreto legge: alla luce di quello che va dicendo oggi, c'erano tutti i requisiti di urgenza. E ci sembra assai problematico che il Presidente della Repubblica non li abbia riconosciuti». E' quanto afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera.
Articolo 18 e flessibilità in entrata - «Invece la scelta da parte del governo del disegno di legge è avvenuta su richiesta del Pd e della Cgil e, sempre su richiesta del Pd e della Cgil, il governo ha modificato profondamente l'articolo 18 - ricorda Cicchitto -. Originariamente il ministro Fornero, proprio per equilibrare i cambiamenti da essa introdotti all'articolo 18, che consentivano i licenziamenti individuali aveva modificato fortemente la flessibilità in entrata sottoponendo a durissimi condizionamenti i vari istituti nei quali essa si articola. E' evidente che questa operazione di opposto segno derivava da un tentativo di mediazione. Nel momento però nel quale il governo, d'intesa con il Pd e la Cgil, ha nuovamente cambiato la sua stessa stesura dell'articolo 18, il Pdl, d'intesa con le categorie interessate, ha chiesto che venissero rese nuovamente più aperte le condizioni della flessibilità in entrata, proprio per favorire l'occupazione ed anche l'efficienza delle imprese».
Lavori parlamentari non cambiano dopo un dibattito con due giornalisti - Il capogruppo del Pdl riconosce che «qualche risultato è stato ottenuto al Senato e qualche altro contiamo di raggiungerlo alla Camera dove è appena iniziato il lavoro in Commissione. I lavori parlamentari in materie cosi delicate di disegni di legge non possono essere cambiati su ordine del governo in seguito al dibattito con due giornalisti, anche perchè lo stesso governo all'ultima riunione dei capigruppo aveva riconosciuto le ragioni avanzate quasi unanimemente sull'esigenza di tempi ragionevoli. Diciamo tutto ciò non per ragioni burocratiche e di parte - conclude - ma per legittime ragioni politiche e per il rispetto di altrettanto legittime procedure parlamentari. La via maestra delle procedure d'urgenza è - direbbe Catalano - per definizione il decreto che invece il governo a suo tempo ha scartato».
- 01/12/2016 Firmato il nuovo contratto dei metalmeccanici. Come vince il modello Marchionne
- 13/09/2015 Squinzi ai sindacati: «Contratti innovativi per tornare a competere»
- 13/09/2015 Furlan: «Dobbiamo lavorare da subito a nuovo modello contrattuale»
- 13/09/2015 «Intanto rinnoviamo i contratti, poi discutiamo»