Rinnovabili: Realacci, critiche UE sacrosante. Decreto va cambiato
Il responsabile del PD: Non si può propagandare crescita ma affossare la green economy. Cgil: No a continui stravolgimenti normativi. Legambiente: Rivedere subito l'impianto del Decreto
ROMA - «Il richiamo che arriva all'Italia dalla Commissione europea sul decreto rinnovabili è sacrosanto. Ora si cambi accogliendo le richieste che vengono anche dalle Regioni per migliorare il provvedimento che così come è rischia di bloccare il settore con inutili e vessatori appesantimenti burocratici. E' complicato parlare di crescita e rilancio del Paese e poi affossare uno dei settori più promettenti della green economy, quello che può concretamente rappresentare una via per il futuro della nostra economia». Lo affermato Ermete Realacci, responsabile green economy commentando la lettera di richiamo inviata al Ministero dello Sviluppo economico italiano dai servizi della Commissione europea in cui si critica pesantemente il decreto sulle rinnovabili.
Cgil: No a continui stravolgimenti normativi - «Il richiamo della Commissione europea, al Governo , contiene molti rilievi che unitariamente come Cgil,Cisl, Uil, abbiamo depositato presso il Coordinamento delle Regioni chiedendo sostanziali correzioni al decreto sulle rinnovabili». E' quanto dichiara Antonio Filippi, responsabile energia Cgil Nazionale, che ritiene a questo punto «indispensabile che la conferenza Stato-Regioni prevista per domani 6 giugno, recepisca sia le indicazioni che arrivano da Bruxelles, sia le modifiche chieste dalle imprese del settore e dal sindacato confederale».
«Un settore determinante per lo sviluppo e l'occupazione del nostro Paese - aggiunge Filippi - non può essere continuamente sottoposto a queste continue tensioni e stravolgimenti normativi. L'intero comparto delle rinnovabili è ormai sull'orlo di una crisi che se non fermata in tempo produrrà ulteriori perdite di posti di lavoro, chiusura di aziende e di produzione nazionale, che purtroppo sono già iniziati con richiesta di cassa integrazione e mobilità».
«Se il Governo vuole seriamente far crescere e sviluppare l'Italia - conclude Filippi - deve cambiare registro questa non è la strada giusta».
Legambiente: Rivedere subito l'impianto del decreto - «Per stare in Europa, non si possono affossare le energie pulite. L'invito di Bruxelles a rivedere da capo a fondo il nuovo decreto sulle energie rinnovabili è un chiaro avvertimento sulla necessità di non sacrificare le fonti rinnovabili e i meccanismi che le incentivano». Così il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, in merito alla lettera di richiamo con cui la Commissione europea critica il nuovo decreto sulle rinnovabili del ministero dello Sviluppo economico.
«Per un governo che ha fatto dell'appartenenza all'Europa il punto dirimente delle sue politiche e che molto ha investito per restituire all'Italia la dignità internazionale che merita, il monito della Ue - si legge in una nota - rappresenta una vera e propria bocciatura su un terreno, quello delle politiche energetiche per contrastare i cambiamenti climatici e della semplificazione, che da anni rappresenta un cavallo di battaglia per l'Unione. Occorre rivedere subito l'impianto del decreto per dare una prospettiva di sviluppo a lungo termine alle fonti pulite e tagliare le emissioni di CO2, per dare certezza a un settore economico che è tra i pochissimi, già da anni, in controtendenza rispetto alla crisi economica».