4 novembre 2025
Aggiornato 21:30
Prezzi il caro benzina

Benzina, l'Antitrust al Governo: Serve una banca dati su prezzi gestori

Lo prevede una Legge del 2009. La mancanza è un ostacolo alla concorrenza. Potrebbe essere utile prevedere anche delle misure di verifica dell'attendibilità dei dati che i gestori degli impianti sono obbligati a comunicare, eventualmente anche attraverso l'uso di informazioni fornite direttamente dai consumatori

ROMA - Creare presto una banca dati per i prezzi dei carburanti praticati dai singoli distributori. È l'invito dell'Antitrust al governo, in una segnalazione inviata al premier Mario Monti e al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Un documento in cui l'Autorità «auspica che si proceda a breve alla pronta realizzazione di quanto previsto, oramai nel 2009, in materia di trasparenza dei prezzi praticati alla pompa a livello di singolo impianto».

Con la segnalazione all'esecutivo l'Antitrust «intende ribadire l'importanza di istituire un servizio di raccolta e pubblicazione dei prezzi praticati in ciascun punto vendita di carburanti per autotrazione d'Italia, alla stregua di quanto avviene in numerosi paesi europei e di quanto già previsto, peraltro, dalla legge n. 99 del 2009».

L'Authority «ha sempre ritenuto la pubblicazione dei prezzi praticati alla pompa per singolo punto vendita un elemento di forte stimolo concorrenziale nel settore della distribuzione carburante». Pertanto, «la mancata realizzazione di una banca dati istituzionale, che raccolga e pubblicizzi i prezzi praticati da tutti gli impianti presenti sul territorio, rappresenta un elemento di ostacolo a un maggiore sviluppo delle dinamiche concorrenziali nel settore».

«In un settore - sottolinea l'Antitrust - dove per anni era radicata la convinzione di un'estrema rigidità della domanda al prezzo, la reale percezione della diversificazione dei prezzi sul territorio appare uno dei pochi elementi esogeni in grado di aumentare l'elasticità della domanda e, di conseguenza, ridurre il potere di mercato delle imprese presenti». Questo soprattutto «se si considera che, ormai dal 2007, a seguito degli impegni assunti dalle società petrolifere nei confronti dell'Autorità, non esistono più prezzi consigliati unici a livello nazionale ed è invalsa la prassi delle principali società petrolifere di effettuare campagne di sconto sulla modalità di erogazione self-service».

«In un contesto del genere - spiega l'Authority - i benefici, in termini di riduzione delle asimmetrie informative e dei costi di ricerca, derivanti da una grande banca dati istituzionale, che consenta di facilitare la percezione presso il consumatore finale dell'esistenza di una vasta gamma di prezzi diversi all'interno del proprio mercato di riferimento, sono maggiori degli eventuali costi, in termini di incentivi alla collusione da parte dei singoli gestori degli impianti che potrebbero discendere dalla maggiore trasparenza in tal modo creata. La presenza di banche dati istituzionali di questo tipo - aggiunge l'Antitrust - in tutti i principali paesi industrializzati è un elemento che conferma questo aspetto».

La legge prevede che la realizzazione del sistema di comunicazione e pubblicizzazione dei prezzi deve avvenire senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. «Un attento esame - afferma l'Authority - delle esperienze estere (e in particolare di quelle statunitensi) potrebbe fornire utili elementi per ipotizzare sinergie tra pubblica amministrazione e imprese private che già svolgono con successo in Italia questo servizio (ancorchè basandosi solo sulle segnalazioni fornite in maniera discontinua e volontaria da parte degli automobilisti). Al riguardo - conclude l'Autorità - si intende ribadire che potrebbe essere utile prevedere anche delle misure di verifica dell'attendibilità dei dati che i gestori degli impianti sono obbligati a comunicare, eventualmente anche attraverso l'uso di informazioni fornite direttamente dai consumatori».