29 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Il Governo e la riforma del mercato del lavoro

Lavoro, Camusso avverte Monti: Sbagli i calcoli. Allarme di Casini

Mario Monti parte per il tour asiatico con in tasca la riforma del mercato del lavoro con la quale spera di poter convincere gli investitori orientali a scegliere l'Italia nei prossimi mesi. La Cgil ipotizza uno sciopero generale a fine maggio. Domani la direzione del PD

ROMA - Mario Monti parte per il tour asiatico con in tasca la riforma del mercato del lavoro con la quale spera di poter convincere gli investitori orientali a scegliere l'Italia nei prossimi mesi. Ma il 'fiore all'occhiello' sul quale punta il presidente del Consiglio non convince per nulla Susanna Camusso e la Cgil. La leader sindacale boccia una volta di più la riforma, chiede a Monti di fare un passo indietro, ipotizza la proclamazione di uno sciopero generale entro fine maggio e si dice fiduciosa negli effetti del pressing sul Parlamento per ritoccare il ddl.

Il Paese è con noi, il governo cambi rotta - avverte Camusso - «Monti è una persona intelligente e può cambiare idea», anche perché il premier «ha sbagliato i calcoli, ha commesso un errore clamoroso» e merita in questa vicenda una «pagella insufficiente». L'obiettivo del primo sindacato italiano è «premere» sulle Camere per strappare la reintroduzione del reintegro, considerato il «deterrente» contro i licenziamenti illegittimi. Non che il numero uno della Cgil speri in una repentina inversione di rotta della Confindustria targata Giorgio Squinzi, però chiede agli industriali di abbassare i toni in modo da favorire una soluzione.

Bonanni: Trovare una via d'uscita - Sempre dagli schermi della Rai interviene nel pomeriggio anche il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. Camusso aveva auspicato la ripresa dell'unità sindacale a partire dalla base dei lavoratori, il leader cislino commenta: «La politica è malapolitica quando viene gestita dagli estremismi» e «anche in questa vicenda del mercato del lavoro tutto è stretto da estremismi che non favoriscono una via d'uscita autorevole e ragionevole. Ho il timore che Camusso abbia la giacca tirata da realtà estremistiche al proprio interno», mentre la «soluzione migliore è quella di far dialogare le parti per trovare una mediazione e una via d'uscita».

Botta e risposta PDL e PD - Il mondo della politica, intanto, si segnala per il continuo botta e risposta fra Pdl e Pd. Al centro si pone Pier Ferdinando Casini, che prova a richiamare tutti all'ordine e avverte: Se si continua così «il governo prima o poi entra in crisi sul serio», per questo l'Udc si autoproclama «sminatore». Eppure dal Pdl si accusano i democratici di inseguire una deriva estremista e di scegliere l'intransigenza della Cgil. Ma Dario Franceschini ricorda a tutti che ad aver violato il patto è stato Mnti, che al momento dell'insediamento aveva promesso che non avrebbe toccato con la riforma i contratti già definitivi al momento del varo del provvedimento.

Domani direzione del PD - Domani, in ogni caso, il segretario Pier Luigi Bersani riunirà la direzione del Pd. Un appuntamento che servirà a chiarire le diverse posizioni in campo nel partito sul tema della riforma e del rapporto con il sindacato, indicando la direzione di marcia in vista dell'avvio del'iter parlamentare del provvedimento.