19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
La giornata politica di Antonio Di Pietro

Lavoro: Di Pietro, la Fornero mente. Vietnam Idv ovunque

Duro il leader dell'IDV: Opposizione non solo Parlamentare, sosterremo ogni protesta. Carabinieri a Melfi per far rispettare la Sentenza contro la FIAT. Il Governo difende gli interessi delle banche e non dei lavoratori

ROMA - «Il Governo mente. La ministra-Badessa parla di metafisica quando afferma che la riforma del lavoro impedirà di delocalizzare, aumenterà i posti di lavoro e non cancellerà i diritti. Carta canta e, quindi, per il momento vale solo quello che ha scritto». Lo ha affermato il leader Idv Antonio Di Pietro convinto che sulla riforma del mercato del lavoro «Fornero sta recitando un film dell'assurdo».
«Se infatti, come lei dice, le modifiche previste per l'articolo 18 non stravolgono i diritti - ha sottolineato Di Pietro in una dichiarazione congiunta con il responsabile Lavoro di Idv Maurizio Zipponi - non si capisce che senso abbia cambiarlo». E in ogni caso «l'Idv, che promette un Vietnam parlamentare, appoggerà tutte le iniziative di protesta che ci saranno nel Paese contro queste norme».

Carabinieri a Melfi per far rispettare la Sentenza contro la FIAT - «Proprio ieri, mentre i soloni di turno si sgolavano ripetendo che chi difende l'articolo 18 lo fa solo per ideologia, sono state rese note le motivazioni della sentenza che ha ordinato il reintegro dei tre operai licenziati dalla Fiat a Melfi. Sono motivazioni molto chiare e certo non la mandano a dire. Quei licenziamenti erano nulla più che misure adottate per liberarsi di operai che avevano assunto posizioni di forte antagonismo, e questo ha determinato un conseguente immediato pregiudizio per l'azione e la libertà sindacale».
«Per queste buone ragioni, la magistratura ha stabilito che quei tre operai debbano tornare al loro posto di lavoro. Però, la Fiat fa finta di non essersene accorta. Paga i tre lavoratori, ma per stare a casa, senza poter rientrare in fabbrica. Anche se, nel contratto di lavoro, non esiste nessuna voce a cui l'azienda torinese si possa appigliare per pagare qualcuno senza farlo lavorare. Di conseguenza, la Fiat sta clamorosamente violando le norme con l'arroganza di chi si ritiene al di sopra della legge. Non si comprende cosa si stia aspettando per chiedere ai carabinieri di far eseguire le sentenze della magistratura, scortando in fabbrica i tre lavoratori e costringendo la Fiat a rispettare, come tutti, la legge italiana», ha concluso.

Il Governo difende gli interessi delle banche e non dei lavoratori - «Nello stesso giorno in cui ha varato le nuove norme contro i lavoratori, il governo ha ripristinato le commissioni bancarie sui prestiti, dopo che i vertici dell'Abi avevano minacciato le dimissioni. Non si tratta della solita abitudine di Monti e dei suoi ministri a essere forti con i deboli e deboli con i forti. Ma è anche peggio».
«Questo governo - aggiunge- è espressione diretta degli interessi delle banche e al primo posto della sua agenda c'è sempre e solo la difesa degli interessi della finanza europea a scapito, oltre che dei lavoratori, del ceto medio e delle piccole imprese. E' una vera porcheria».