19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Dossier nucleare iraniano

Iran, dall'UE embargo totale del petrolio entro luglio

I paesi dell'Unione Europea hanno trovato un accordo sulla delicata questione dell'embargo petrolifero all'Iran e la sterilizzazione di tutti i rapporti con la Banca centrale di Teheran. Il Ministro Terzi: Positivo l'approccio graduale, il mercato assorbirà l'impatto

BRUXELLES - I paesi dell'Unione Europea hanno trovato un accordo sulla delicata questione dell'embargo petrolifero all'Iran e la sterilizzazione di tutti i rapporti con la Banca centrale di Teheran in modo da rendere complicati, se non impossibili, i pagamenti da parte di soggetti iraniani di prodotti acquistati da aziende europee. Ci sarà tempo fino al primo luglio per rescindere i contratti petroliferi in corso con l'Iran, mentre per quelli di nuova fornitura lo stop sarà immediato.

L'accordo - la più pesante reazione che finora l'Europa abbia formulato di fronte al programma nucleare iraniano - è stato adottato formalmente oggi in occasione del Consiglio affari esteri di Bruxelles, dove è presente anche il responsabile della diplomazia italiana Giulio Terzi. L'Iran vende all'incirca il 20% del suo petrolio ai paesi dell'Ue, innanzi tutto a Italia, Spagna e Grecia. Il ministro degli esteri spagnolo Jose' Manuel Garcia-Margallo, ha ammesso che la Spagna è uno dei paesi «che si sacrificano di più», pur aggiungendo che le misure sanzionatorie sono necessarie per la «sicurezza» in Medio Oriente e l'«unità» della Ue.

Per gli europei più penalizzati sono state comunque individuate alternative in altri paesi produttori, soprattutto nel Golfo. «L'approccio graduale sulle sanzioni Ue contro l'Iran» su cui «l'Italia ha insistito» è «positivo», ha commentato Terzi secondo cui in questo modo il mercato nei paesi che dipendono in parte dalle forniture di petrolio iraniano potrà «assorbirle meglio».

Stando ad alcuni dati provvisori diffusi dalla Commissione Ue nei giorni scorsi e riguardanti i primi tre trimestri del 2011, la Grecia aveva accresciuto in questo periodo la propria dipendenza dal petrolio iraniano che rappresentava il 34,2% delle sue importazioni, seguita dalla Spagna (14,9%) e dall'Italia che dipende dall'Iran solo per il 12,4% sul totale delle importazioni petrolifere (pur essendo il primo importatore di petrolio europeo).

In occasione della conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio Mario Monti si era detto favorevole a un inasprimento «graduale» delle sanzioni per frenare l'espansione del programma nucleare iraniano, purché l'embargo petrolifero non riguardasse «le importazioni che non apportano nuove risorse finanziarie» all'Iran. Il riferimento di Monti era, in particolare, «al petrolio che l'Eni importa a titolo di pagamento di crediti pregressi» ed essendo escluse dall'embargo - stando al testo dell'accordo circolato a Bruxelles - le forniture di petrolio e petrolchimici dovuti ad aziende europee come rimborsi in natura dei debiti iraniani pregressi, il Cane a sei zampe dovrebbe risultare 'illeso' dai nuovi provvedimenti sanzionatori.