19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Istat: cala il potere d’acquisto

Nel 2011 famiglie costrette a «tagliare» anche sulla tavola

Secondo la Cia, le minori disponibilità economiche degli italiani continuano a riflettersi sugli acquisti alimentari, fermi da tempo in territorio negativo. Anche il nuovo anno si apre con prospettive nient’affatto rosee: occorre rilanciare i consumi

ROMA - La situazione economica degli italiani resta in «rosso». Anche nel terzo trimestre del 2011 il potere d’acquisto delle famiglie continua a diminuire e contemporaneamente cala la propensione al risparmio. E’ la conseguenza di una crisi che continua a mordere e che si abbatte come un macigno sui consumi, prima di tutto quelli alimentari. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando il rapporto diffuso oggi dall’Istat.

Si tratta di un trend negativo che si è riscontrato per tutto l’anno. Proprio a causa delle minori disponibilità economiche, ma anche degli aumenti della benzina e dell’inflazione -osserva la Cia- nel 2011 ben una famiglia su tre è stata costretta a «tagliare» gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30 per cento è stato obbligato a comprare prodotti di qualità inferiore. Analoga la percentuale di chi si è rivolto quasi esclusivamente alle promozioni commerciali, mentre sono cresciuti esponenzialmente gli acquisti presso gli hard-discount.
Se infatti vanno male i piccoli negozi e le botteghe di quartiere, che sono stimati in perdita tra lo 0,5 e l’1 per cento nel 2011, le cattedrali del «low-cost» come i discount hanno tenuto bene anche nella crisi -sottolinea la Cia- con un incremento delle vendite alimentari vicino al 2 per cento.
Ora anche il 2012 si è aperto con prospettive non certo rosee, complice la stangata della manovra. Se non si interviene subito con provvedimenti seri che rilancino la crescita e l’occupazione, la situazione finanziaria degli italiani non potrà che peggiorare. E questo -conclude la Cia- si ripercuoterà ancora una volta sui consumi, in primis quelli a tavola, da tre anni praticamente fermi al palo.