19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Semplificazione rappresentenza

«Da oggi la cooperazione agricola parla con una voce sola»

Gardini (Fedagri): «Il nostro interesse è accompagnare le nostre imprese verso la crescita, non rincorriamo la supremazia su altri». A Bologna si è tenuta la prima assemblea unitaria delle centrali cooperative agricole, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, partito il processo di semplificazione che porterà alla crescita

BOLOGNA - «La cooperazione agroalimentare oggi ha dato vita concreta ad un evento straordinario: un grande processo di semplificazione della rappresentanza. Ci siamo dati degli obiettivi concreti piuttosto di decidere di rincorrere la supremazia di una bandiera sulle altre». Lo ha affermato Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative, nel corso del suo intervento alla prima assemblea unitaria delle centrali cooperative (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital) a Bologna.

«Abbiamo bisogno di uno sforzo concorde per generare ulteriore crescita, mettendo al centro dell’agenda del governo lo sviluppo dell’agricoltura – ha aggiunto Gardini – perché l’agricoltura è il secondo comparto del Paese ed è un settore che può generare crescita senza spese, valorizzando il suo patrimonio. Dovremmo sempre chiederci cosa sarebbe l’agricoltura italiana senza le aggregazioni cooperative che, lo vogliamo sottolineare con forza, uniscono produzioni nazionali, imprenditori agricoli e territorio in un’ottica di auto-imprenditoria. Non abbiamo sviluppato un discorso ideologico che ormai non ci appartiene più. Ci siamo ritrovati sulle cose reali, sul bisogno di corrispondere alle sollecitazioni dal basso, sulla necessità di aprire una prospettiva alle future generazioni».

L’assemblea è stata anche il momento per presentare le proposte operative che il mondo della cooperazione agricola intende sottoporre all’attenzione delle istituzioni, a partire dall’utilizzazione della leva fiscale, dagli sgravi al credito d’imposta, per incentivare processi virtuosi legati all’integrazione delle imprese, di base e cooperative, fino al sostegno dei processi di concentrazione ai maggiori livelli e dimensione.
Negli ultimi 5 anni la cooperazione ha realizzato oltre 200 fusioni societarie e costituito 30 nuovi Consorzi di 2° grado.
«È il segno concreto della nostra volontà di razionalizzare il tessuto cooperativo – ha sottolineato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Giovanni Luppi – ma potremmo fare di più e più velocemente se ci fossero adeguate misure fiscali per favorire i processi di concentrazione tra cooperative».

«Dobbiamo fare di più su integrazione e concertazione e rafforzare il patto associativo tra la cooperativa e il socio perché la nostra missione non è la mera sopravvivenza delle organizzazioni – ha aggiunto Gardini – ma l’accompagnamento alla crescita delle nostre imprese».
In termini di proposte, le centrali cooperative hanno proposto di differenziare e ridurre i contributi previdenziali in rapporto alla localizzazione delle imprese nelle aree deboli e dei progetti a maggiore intensità lavorativa, rivisitare gli aiuti di Stato attualmente in vigore secondo una logica di complementarietà e con la previsione di apporti finanziari esterni (per es. Cassa Depositi e Prestiti).

In questo quadro occorre il rifinanziamento almeno dei contratti di filiera, ormai privi di risorse da 4 anni e un’azione comune tra Ministero delle politiche agricole e Ministero dello Sviluppo economico per la piena estensione dei contratti di sviluppo alle filiere agroalimentari gestite dai produttori (cooperative e società di capitali controllate in prevalenza dalle cooperative e/o da altre società agricole).
Inoltre, la cooperazione ha insistito sulla necessità di costituire in ambito ISMEA specifici fondi di rotazione per favorire la capitalizzazione delle cooperative nel quadro di una revisione degli strumenti finanziari e di garanzia affidati allo stesso Istituto con particolare riferimento alla Società Gestione Fondi per l’Agroalimentare (SGFA) e di costituire un Fondo tra ISA e i Fondi mutualistici delle Organizzazioni cooperative per il sostegno dei progetti strategici delle filiere cooperative nella logica di corresponsabilizzare il rischio tra risorse pubbliche e risorse dei soggetti beneficiari.
«Con la costituzione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, le nostre Organizzazioni hanno intrapreso un cammino comune per costruire un soggetto unico in grado di dare maggiore impulso alla realtà che rappresentiamo come, del resto, avviene storicamente in Europa – ha affermato Giampaolo Buonfiglio, presidente di Agci Agrital. La cooperazione, insomma, vuole fare la propria parte nell’ineludibile processo di semplificazione della rappresentanza al fine di dare risposte efficaci ai problemi che le trasformazioni economiche ed istituzionali del Paese, dell’Europa e del mondo impongono».

Infine, il processo di unificazione ha raccolto anche il favore delle istituzioni. Il presidente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati Paolo Russo ha affermato che «la cooperazione agricola ha un merito particolare: aver consentito all’agricoltura italiana di crescere e di migliorare la performance delle aziende grazie a quel mix di democrazia delle gestioni e valorizzazione del contesto sociale, economico e ambientale del territorio. Per questo si tratta di un ruolo strategico e decisivo soprattutto in un Mezzogiorno dove le aziende, seppur piccole, non mancano e dove però c’è bisogno di fare sistema e massa critica».
All’assemblea unitaria hanno partecipato i presidenti della Confagricoltura, Mario Guidi, della Confederazione Italiana Agricoltori, Giuseppe Politi e della Copagri, Franco Verrascina che hanno condiviso appieno il processo di semplificazione e unificazione realizzato dalle tre centrali cooperative.