28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
I dati dell'ISTAT

Lavoro, a settembre la disoccupazione schizza all'8,3%

Ai massimi da novembre 2010. Oltre 2 milioni di disoccupati. Disoccupazione giovanile a settembre al 29,3%, top da 2004. Donne le più penalizzate, a settembre inattiva 1 su 2. Cgil: Voragine occupazionale, è colpa del Governo

ROMA - Forte aumento a settembre del tasso di di disoccupazione che si attesta all'8,3% (era all'8% ad agosto) tornando ai livelli di novembre 2010. Lo comunica l'Istat che ha fornito i dati provvisori su occupati e disoccupati nel mese di settembre. Il numero dei disoccupati ha superato quota 2 milioni (2.080.000). Il tasso di disoccupazione è in aumento di 0,3 punti percentuali sia su base annua che mensile.

Disoccupazione giovanile a settembre al 29,3%, top da 2004 - Forte aumento a settembre della disoccupazione giovanile che si colloca ai livelli massimi dal 2004 (anno d'inizio delle serie storiche). Il tasso di disoccupazione dei giovani d'età compresa tra i 15 e i 24 anni s'attesta, infatti, al livello record del 29,3% con un aumento congiunturale dell'1,3%. Lo ha comunicato l'Istat fornendo i dati provvisori su occupati e disoccupati a settembre.

Donne le più penalizzate, a settembre inattiva 1 su 2 - Mercato del lavoro sempre più off limits per le donne che, spesso, non solo non hanno un lavoro lavorano ma rinunciano anche a cercarlo. A settembre, infatti, il tasso d'inattività femminile si è collocato al 48,9% contro il 26,9% di quella maschile: quasi una donna su due, tra i 15 e i 64 anni, è dunque inattiva. Lo ha comunicato l'Istat spiegando che «la situazione femminile si conferma critica».
Il tasso di disoccupazione delle donne si è attestato, sempre a settembre, al 9,7% contro il 7,4% di quella maschile. Rispetto all'anno precedente il tasso di disoccupazione maschile sale di 0,2 punti percentuali e quello femminile di 0,3 punti percentuali.
L'inattività aumenta dello 0,1% in confronto al mese precedente sia nella componente maschile sia in quella femminile; nei dodici mesi gli uomini inattivi diminuiscono dello 0,2%, mentre le donne inattive aumentano dello 0,5%.

Cgil: Voragine occupazionale, è colpa del Governo - «Una ulteriore voragine occupazionale che non si può nascondere dietro il falso ottimismo e la propaganda». E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, sui dati Istat che denotano «il fallimento di un governo disastroso, palesemente inadeguato e che deve andarsene».
Secondo la Cgil i numeri forniti oggi dall'istituto statistico, ovvero «90 mila occupati in meno in un solo mese, addirittura 700 mila in meno rispetto al 2008, cioè prima della crisi, il passo indietro di un anno per la disoccupazione, la mole di giovani e donne senza lavoro e lo stato del Mezzogiorno preda del lavoro nero», disegnano secondo il sindacalista «una seria emergenza nazionale, un vero e proprio disastro cui si somma il fatto che la poca nuova occupazione è quasi totalmente precaria, che il numero dei cassintegrati resta altissimo e che le tutele, a partire dall'indennità di disoccupazione, si esauriscono».
Inoltre, prosegue Fammoni, «incredibilmente, ed è una delle poche volte da molti anni, aumentano contemporaneamente sia gli inattivi che i disoccupati. Questo è il vero problema della crescita che richiede una risposta all'Europa: non chiudere imprese e non perdere lavoro. Il governo invece parla di licenziamenti facili, uno sberleffo per la condizione dei lavoratori». Per questo il dirigente sindacale chiede al governo di «scusarsi, di dichiarare la propria palese inadeguatezza e andarsene. L'emergenza sociale che aumenta non si affronta con sbagliati allarmismi ma con interventi immediati per lo sviluppo e le tutele: saranno questi i temi e le proposte - conclude Fammoni - al centro della grande manifestazione per il lavoro della Cgil per il 3 dicembre».

Uil: Dati Istat specchio di una drammatica difficoltà dell'economia - «I dati Istat sull'occupazione di settembre confermano i preoccupanti segnali provenienti dal forte utilizzo della cassa integrazione». Lo sottolinea in una nota Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil.
«La nostra economia - dice Loy - resiste sul fronte delle esportazioni ma è drammaticamente debole sul versante dei consumi interni e ciò si riflette immediatamente sulla quantità e sulla qualità del lavoro, in particolare su quello più debole come quello dei giovani. Il tema quindi è come riattivare il consumo favorendo i milioni di lavoratori dipendenti e i pensionati. Occorre intervenire anche sugli incentivi per le imprese che assumono, rendendo utilizzabile il 'bonus occupazione' per il Sud e favorendo il contratto di apprendistato. La politica - conclude - dovrebbe fare queste praticabili cose per dare un segnale di speranza ai lavoratori ed ai disoccupati».

Cisl: Grave peggioramento dell'occupazione, misure urgenti - «I dati Istat di settembre mostrano un vero e proprio balzo in avanti del tasso di disoccupazione che, dopo un anno in cui appariva in lenta riduzione, torna all'8,3%, il livello di un anno fa, quando si raggiungeva il picco della crisi». Lo sottolinea in una nota il segretario generale aggiunto della Cisl Giorgio Santini, commentando i consueti dati mensili dell'Istat sull'andamento occupazionale.
«Tra agosto e settembre 2011 - dice Santini - quindi sono andati persi ben 76 mila posti di lavoro, bruciando in un solo mese quasi tutte le nuove assunzioni previste dall'indagine Excelsior per l'ultimo trimestre 2011. Anche gli inattivi sono in ulteriore aumento e soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile sale di nuovo al 29,3%, con un aumento congiunturale di 1,3 punti percentuali. Il mercato del lavoro italiano appare di nuovo bloccato e a forte rischio di ulteriore regressione - sottolinea Santini - l'uscita dalle secche della crisi appare difficile senza misure adeguate. La nuova emorragia di occupati dimostra che la proposta di facilitare i licenziamenti economici è del tutto fuori contesto. Sono invece improcrastinabili - osserva - misure per la riqualificazione e il reimpiego per le centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione e mobilità, così come la concreta attuazione di misure già decise, quali l'avvio del credito di imposta per le assunzioni nel Mezzogiorno e la definizione di ulteriori politiche di incentivazione all'apprendistato sia a livello nazionale che regionale, a anche la messa in campo di nuovi strumenti che possano favorire le assunzioni, come il part time».
«Infine - conclude Santini - è necessario colmare una gravissima lacuna nella lettera inviata dal Governo all'Ue, vale a dire l'appostamento di risorse concrete per sostenere la crescita».

Ugl: I dati confermano la necessità di uno sciopero generale - «Per il lavoro il governo intende fare esattamente il contrario di quello che serve al Paese e ai giovani: tra disoccupazione in crescita e licenziamenti facili il rischio concreto è di creare un allarme sociale senza precedenti». Lo afferma Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl, commentando i dati odierni dell'Istat. «Non ne avevamo bisogno - aggiunge - ma dai vari indici economici, compresa l'impennata dell'inflazione rispetto a salari inadeguati a fronteggiarla, troviamo solo conferme alla necessità di uno sciopero generale».
Per il sindacalista «superare il dualismo esistente nel mercato del lavoro italiano non significa precarizzare i garantiti, vuol dire invece estendere le tutele a chi non le ha ed eliminare le diseguaglianze livellandole verso l'alto. Un governo che ha a cuore il futuro di milioni di disoccupati, in particolare di giovani e donne, dovrebbe cercare soluzioni ad una nuova piaga che consiste nella crescita della produttività accompagnata da una flessione dell'occupazione e da un incremento dell'inattività».
«Di conseguenza - conclude il sindacalista - con i licenziamenti facili avremo di sicuro più disoccupazione e più lavoro nero, fenomeno che verosimilmente si nasconde dietro ai dati dell'inattività».