24 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Politiche per il lavoro

Licenziamenti, Camusso: Se il Governo va avanti sarà sciopero generale

«Sto parlando con Bonanni e Angeletti, con loro incontro a breve». Sacconi: Non sono io a volere riforma, lo chiedono Bce, Ue, Ocse. Romano: Favorire i giovani

ROMA - «Se il governo dovesse procedere rispetto agli annunci ci sarà lo sciopero generale». Lo ha detto il segretario della Cgil Susanna Camusso ospite della trasmissione In 1/2 ora condotta da Lucia Annunziata su Raitre. Camusso sottolinea che con Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti «stiamo parlando». Ma aggiunge: «Non ci siederemo a tavoli con il governo se il tema sono i licenziamenti e nemmeno se si tratta di riscrittura dei contratti, abbiamo già dato anche su questo e l'esperienza dice che poi si va agli accordi separati». Camusso annuncia che a breve ci sarà un incontro a tre tra i segretari di Cgil, Cisl e Uil.

La data? Guarderemo anche ai tempi dell'Esecutivo - Circa la data di un eventuale sciopero generale di Cgil, Cisl e Uil, Camusso esclude che la mobilitazione possa confluire in quella già promossa dalla Cgil per il 3 dicembre, giornata di manifestazioni sui temi del lavoro. «C'è una vecchia regola che dice che le date dei singoli non diventano mai date unitarie - ha sottolineato la leader della Cgil a In mezz'ora - Se si fa qualcosa insieme, bisogna costruirla nuova e con tempo e modi necessari».
Naturalmente per la scelta della data, i sindacati guarderanno anche alle scelte del governo: «Se il governo vorrà agire entro fine anno, il tempo stringe; se ha ragione Sacconi che parla di provvedimenti entro maggio, allora c'è ancora tempo».

Confronto con il Governo se tratta la precarietà - «Si parta dal lavoro precario, si risolva la questione sul terreno economico e cioè che costi di più, si riducano le formule» dei contratti precari. Sono le condizioni indicate dal segretario della Cgil, Susanna Camusso, per accettare di sedersi al tavolo con il governo sulla riforma del mercato del lavoro. Ospite di Lucia Annunziata a In mezz'ora su Raitre, Camusso sottolinea che «con questo governo che parla di licenziamenti non è possibile sedersi al tavolo».
«Non è vero che non si possa licenziare in questo paese - aggiunge la leader della Cgil - Noi abbiamo un tot di leggi che lo permettono, la 223, la 104 e così via. Si continua a creare un mostro che è l'idea di licenziare di più, senza considerare che oggi se un'azienda è in crisi non è vero che non licenzia».

Sacconi: Non sono io a volere riforma, lo chiedono Bce, Ue, Ocse - Secondo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, nel 2002, quando il giuslavorista Marco Biagi fu assassinato dalle Nuove Br, la discussione sulla riforma del lavoro era «simile» a quella in corso oggi. «Già allora - ha detto a SkyTg24 - ragionavamo non di licenziamenti facili che è un falso, ma di come aiutare l'impresa a crescere, assumendo l'idea che se le cose non vanno bene, l'impresa può fare anche un passo indietro così come ha fatto un passo avanti».
Quanto alla posizione della Cgil contraria a sedersi al tavolo con il governo, «vedremo», ha precisato Sacconi. «Ma non è il ministro Sacconi ad avere avuto per primo l'iniziativa di questa ulteriore regolazione del mercato del lavoro - ha sottolineato - la richiesta viene dalla Bce, dal Fmi, dall'Ocse secondo cui la rigidità in uscita dal rapporto di lavoro mette a repentaglio la crescita economica in Italia, soprattutto per le imprese tra i 15 e i 100 addetti». E con la lettera all'Ue, «il presidente del Consiglio ci ha incoraggiato a prendere delle decisioni».

Romano: Sacconi è stato chiaro, favorire i giovani - «Il collega Sacconi lo ha detto chiaramente. La definizione 'licenziamenti facili' non rispecchia affatto nè il senso del provvedimento, nè le intenzioni del governo». Lo afferma il ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, coordinatore del Pid.
«Ciò che questa maggioranza vuole fare, checchè ne continuino a dire gli oppositori dalla demagogia facile, è favorire l'ingresso dei giovani al mondo del lavoro e incentivare gli investimenti al fine di potenziare un percorso di sviluppo che consenta al nostro Paese di crescere e rimanere forte anche sul piano internazionale», aggiunge.