19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Servono campagne mirate per educare a un bere consapevole e moderato

Alcol: non è il vino a provocare lo «sballo» tra i giovani

L’indagine del Censis - sottolinea la Cia - conferma che sono gli aperitivi e i superalcolici a determinare, anche con la moda del «binge drinking», gli effetti più deleteri tra le nuove generazioni e a causare i troppi incidenti stradali

ROMA - Lo «sballo» con gli alcolici tra i giovani non è provocato dal vino, ma da altre bevande, tipo aperitivi, amari e superalcolici, come la nuova moda del «binge drinking» (bere molti e piccoli superalcolici uno dietro l’altro). Un’ulteriore conferma è venuta oggi dal Censis che rileva un calo, tra le nuove generazioni, dei consumi di vino e un aumento di altri alcolici. Quindi, «no» alla criminalizzazione del vino. Bisogna, invece, far crescere la logica di una degustazione consapevole e moderata. Ben diversa dall’uso sregolato di alcolici. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Per la Cia, quindi, è molto meglio educare e prevenire che reprimere. Il rischio è che campagne criminalizzanti e ordinanze di divieto, come si è registrato negli ultimi tempi, possono penalizzare pesantemente prodotti come il vino, che fa parte della nostra cultura, delle nostre tradizioni e della nostra storia.
Sarebbe molto più efficace e opportuno -avverte la Cia- fare, attraverso campagne mirate, un’adeguata informazione per educare, in particolare i giovani, a un bere moderato e consapevole. Altrimenti, si corre il pericolo di innescare una spirale negativa che porta inevitabilmente alla discriminazione dei vini, con conseguenze fortemente negative per i nostri produttori vitivinicoli che da anni investono molto in qualità.

Oltretutto, è dimostrato anche dai dati che -rileva la Cia- non è assolutamente il vino la causa dei troppi incidenti stradali, ma bevande, come i cocktail, i superalcolici e gli «alcolpops», particolari bibite fatte spesso con vodka, rum, mescolati ad analcolici. Per tutti questi si registra -come fa notare il Censis- un «significativo incremento» dei fenomeni eccedentari. E così gli effetti, in particolare sui giovani, diventano devastanti.

Per la Cia è, quindi, indispensabile sviluppare la prevenzione e l’educazione facendo conoscere il valore del vino ai giovani. D’altra parte, proprio il vino non può essere assolutamente catalogato tra le bevande alcoliche. E’ il «prodotto principe» delle nostre terre. Il suo uso moderato e consapevole non è motivo delle tante tragedie che, purtroppo, funestano le strade italiane. E lungo questa direzione si muove e si articola il progetto europeo «Wine in moderation», che ha come obiettivo prioritario quello di diffondere la cultura del buon bere senza esagerazioni.