19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Il Consiglio dei Ministri non è servito a dirimere il nodo

Pensioni: Berlusconi si «arena» sulla Lega, 48 ore per trattare

Il Governo sfiora la crisi. Ora nuovo Consiglio dei Ministri o in Europa solo road map d'intenti

ROMA - In pochi ritengono che la notte porterà consiglio. Il Consiglio vero, quello dei ministri, non è servito a dirimere il nodo per il quale era stato convocato, quella riforma del sistema previdenziale chiesta dall'Europa e bocciata da Umberto Bossi. «Tratto su tutto, non sulle pensioni di anzianità», avrebbe accennato in Cdm il senatùr. E così a sera Silvio Berlusconi, lo stato maggiore leghista e Giulio Tremonti restano a cena a Palazzo Chigi per cercare una soluzione che, al momento, non sembra all'orizzonte. Ma almeno si discute, dopo che nel primo faccia a faccia pomeridiano tra il presidente del Consiglio e Bossi il Carroccio è stato a un passo dalla rottura, fra minacce padane di non prendere parte alla riunione di Palazzo Chigi e il diktat «anti-dl».

Prevale lo scetticismo - Il nulla di fatto di Palazzo Chigi, questa è la versione che fanno filtrare fonti ufficiali, non mette a repentaglio la missione in Europa prevista per mercoledì. In fondo, fa notare qualcuno, per interpretare le richieste europee si può tentare di presentarsi a Bruxelles con un «impegno serio» e un «calendario definito» delle misure che il governo intende prendere. Una road map che la Lega, si sottolinea, ha almeno accettato di discutere. E questo è il bicchiere mezzo pieno. In realtà nell'esecutivo lo scetticismo prevale e il niet del Carroccio preoccupa i ministri che hanno prima atteso per un'ora il summit ristretto Bossi-Berlusconi, poi preso atto del silenzio leghista durante la riunione di governo, infine ascoltato le parole inequivoche di Bossi. Una cosa è colpire «la nostra gente a cui abbiamo già chiesto tanto», avrebbe sottolineato il senatùr, altro intervenire sulle baby pensioni, quelle di invalidità e quelle d'oro. Al massimo, anticipando qualche finestra, ma certamente non lasciando passare una riforma organica.
Se la notte dovesse portare consiglio, allora un Consiglio dei ministri già domani potrebbe varare il sospirato provvedimento. «Siete tutti allertati», ha fatto sapere Gianni Letta, invitando tutti i membri di governo ad essere massicciamente presenti alla Camera nel pomeriggio. Perché non ci si può mica dimenticare del «rischio-Montecitorio»: il timore è che le tensioni sul nodo previdenziale possano «sfogarsi» in Aula.

Il Premier sembra intenzionato a resistere - Per tutto il giorno si sono rincorse voci su una trattativa fra maggioranza e opposizione per «deporre» il Cavaliere e dare vita a un esecutivo a guida Letta, o in seconda battuta Schifani o Monti. Eppure il Premier sembra intenzionato a resistere e, dopo aver incontrato Giorgio Napolitano ed essersi trattenuto a lungo a colloquio con Giulio Tremonti, ha vergato una nota nella quale respinge al mittente le pressioni di alcuni leader europei, almeno quelle considerate improprie. Un modo anche per compattare la maggioranza. Lo dimostrano anche le parole spese in Cdm per «serrare i ranghi». Berlusconi avrebbe puntato il dito contro quelli che considera pregiudizi anti-italiani e contro chi tenta di fare del nostro Paese un capro espiatorio, scaricando su Roma problemi da cui in realtà nemmeno altre capitali, Parigi in primis, possono sentirsi immuni. Secondo alcune fonti, inoltre, il Cavaliere sarebbe arrivato a ipotizzare che alcune richieste europee sarebbero così specifiche e talmente 'circostanziate' da sembrare 'suggerite' da un insider del mondo politico e economico italiano.