16 aprile 2024
Aggiornato 17:30
I dati dell'ISTAT

Industria, salgono fatturato e ordinativi ad agosto

Ma bisognerà aspettare settembre per vedere se c'è ripresa. Cgil: «Bene l'export ma nessuna inversione di tendenza»

ROMA - Sale il fatturato dell'industria italiana nel mese di agosto. Su base mensile è cresciuto, al netto della stagionalità, del 4% mentre su base annua l'incremento è stato del 12% (dato corretto per gli effetti di calendario). Su base mensile gli ordini sono aumentati del 5%, mentre rispetto ad agosto 2010 l'incremento è stato del 10,5% (indice grezzo).
Lo ha comunicato l'Istat spiegando che «agosto è un mese molto fragile dal punto di vista del livello dell'indice perchè le imprese chiudono e vanno in ferie, quindi basta chiudere qualche giorno in meno e l'indice sale». Dunque «per vedere se il dato di agosto è segno di qualcos'altro - hanno osservato i tecnici dell'istituto - bisognerà aspettare il dato di settembre.

Cgil: «Bene l'export ma nessuna inversione di tendenza» - «Riescono a tenere quelle aziende legate essenzialmente alle esportazioni e che hanno, in questi duri anni di crisi, innovato prodotti e processi, ma di certo non si può parlare di una inversione di tendenza ». E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, sui dati 'Fatturato e ordinativi dell'industria' diffusi oggi dall'Istat.
Circa la crescita registrata ad agosto, sia negli ordini che nel fatturato, il sindacalista osserva che «una rondine non fa primavera, basta vedere i dati sulla cassa integrazione registrata a settembre perché il giudizio oggi sia molto cauto.
Soprattutto guardando alla confusione che aleggia nel governo sul decreto sviluppo e al fatto che le aziende che resistono lo fanno senza misure di sostegno di politica economica e industriale».
Per Scudiere, infatti, «le risorse per lo sviluppo vanno trovate, e sono per questo gravi le parole del premier Berlusconi, e devono essere ingenti: si possono reperire nella tassazione dei grandi patrimoni, nella lotta al lavoro nero e all'evasione fiscale, per sostenere i redditi dei lavoratori e dei pensionati, per rilanciare i consumi interni e per dar una sterzata all'economia in direzione della crescita», conclude.