Banche: Deutsche Bank, il piano UE rischia di prosciugare il credito
Forzandolo assieme al taglio sui pagamenti dei titoli di Stato della Grecia. Bazoli: «Non la serve la ricapitalizzazione per le due big italiane»
BERLINO - Deutsche Banke lancia l'allarme: l'Europa rischia di innescare un vero e proprio prosciugamento del credito (credit crunch) se, come apparentemente sta avvenendo, intende procedere a pesanti taglio sul risarcimento dei titoli di Stato della Grecia, e in parallelo a una campagna di ricapitalizzazione forzate sulle banche. A mettere in guardia da questo scenario è stato Josef Ackermann, amministratore delegato del maggiore gruppo bancario della Germania, dopo che già ieri la federazione che rappresenta le banche tedesche aveva riversato pesanti critiche alle proposte di piano di ricapitalizzazione ventilate dalla Commissione europea.
L'Ue sembra sul punto di lanciare un piano coordinato per spingere le banche a rafforzare consistentemente le loro basi patrimoniali, mentre devono effettuare pesanti svalutazioni ove siano esposte in maniera rilevante ai titoli di Stato dell'area euro sotto tensione, in particolare quelli della Grecia. Intanto proprio sui bond greci si discute di un pesante taglio sull'effettivo risarcimento ai creditori, che potrebbe raggiungere o perfino superare il 50 per cento del valore nominale. «Resta una incognita sapere se le banche saranno in grado di erogare finanziamenti - ha avvertito Ackermann oggi in un convegno a Berlino - o se i taglio sui pagamenti dei titoli di Stato e un nuovo contesto regolamentare le costringeranno a pratiche restrittive».
Peraltro un aumento forzoso dei livelli di patrimonio delle banche «non risolverebbe i problemi» dell'area euro, ha aggiunto il banchiere. Perché questi problemi «non derivano dal finanziamento dei capitali delle banche ma dal fatto che i titoli di Stato hanno perso lo status di bond a rischio zero». E come se non bastasse, secondo Ackermann così come si sta delineando il piano metterebbe le banche in una situazione difficile, perché gli investitori privati non si presteranno a fornire loro i capitali necessari al rafforzamento delle basi patrimoniali.
Bazoli: «Non la serve la ricapitalizzazione per le due big italiane» - Le due principali banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, non dovrebbero intervenire nuovamente sul capitale per essere in linea con le richieste di Bruxelles. Lo ha affermato il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, all'indomani del piano di ricapitalizzazione delle banche dell'Eurozona presentate dal presidente della Commissione europea José-Manuel Barroso. «Vedremo, siamo in attesa - ha risposto Bazoli a chi gli chiedeva se ci fosse bisogno di nuove ricapitalizzazioni per gli istituti italiani - bisogna vedere cosa si intende per ricapitalizzazione ulteriore, dalle anticipazioni sembrerebbe che le due maggiori banche italiane non dovrebbero intervenire per essere in linea con le nuove richieste».
Parlando più in generale dei mercati finanziari e dei titoli bancari presi di mira, anche nella seduta odierna, Bazoli ha spiegato: «L'andamento fluttuante dei mercati dimostra che le banche italiane riflettono la situazione in cui si trovano anche le altre banche europee, non presentano motivi in più per essere oggetto di queste operazioni di mercato a ribasso». «Non riflettono questo - ha proseguito Bazoli - per motivi intrinseci ma solo come conseguenza della situazione ben nota legata alla crisi dei debiti sovrani nei paesi dell'Eurozona».
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