18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
L'Agenzia corregge al rialzo la produzione di fine anno

Libia: AIE, la ripresa della produzione di petrolio più rapida del previsto

«La produzione di quattro giacimenti ha raggiunto circa 350.000 barili al giorno a inizio ottobre». CNT: «Nessun nuovo accordo sul petrolio prima del voto». 80 le aziende francesi in missione per trovare interlocutori

PARIGI - La produzione di petrolio è ripresa più rapidamente del previsto in Libia nonostante proseguano i combattimenti in alcune regioni. Lo rileva l'Agenzia internazionale dell'energia (Aie) che corregge di conseguenza al rialzo le sue previsioni per la fine dell'anno.
«Dopo essersi fermata per più di sei mesi, la produzione di quattro giacimenti ha raggiunto circa 350.000 barili al giorno a inizio ottobre», quando a settembre era in media di 75.000 barili al giorno, spiega l'Aie nel suo rapporto mensile. «La compagnia petrolifera nazionale libica e i suoi partner hanno rapidamente ristabilito la produzione dopo la caduta di Tripoli», aggiunge l'Aie, notando tuttavia che le esportazioni sono rimaste minime per il momento: la priorità è stata accordata al fabbisogno interno dopo mesi di penuria.

La produzione libica ha già raggiunto il livello che l'Aie prevedeva per la fine dell'anno nel suo rapporto di un mese fa. «Malgrado le sfide straordinarie», l'agenzia rivede così al rialzo le sue previsioni per i prossimi mesi : «la produzione sembra diretta a raggiungere una media di 400.000 barili al giorno nel quarto trimestre 2011, con un picco a fine anno vicino ai 600.000 barili al giorno».
Queste previsioni sono suscettibili di altre che variazioni, non appena sarà possibile valutare i danni subiti alle infrastrutture durante il conflitto. La direttrice esecutiva dell'Aie, Maria van de Hoeven, aveva stimato a inizio settembre in una intervista all'Afp che la produzione libica non avrebbe ritrovato prima del 2013 il suo livello di prima della guerra, vale a dire di 1,6 milioni di barili al giorno. Nel suo rapporto pubblicato oggi, l'agenzia non corregge questa previsione ma nota che la compagnia nazionale libica ritiene possibile raggiungere questo obiettivo già da fine 2012.

CNT: «Nessun nuovo accordo sul petrolio prima del voto» - Nessun nuovo contratto petrolifero sarà stipulato dalle nuove autorità libiche fino alle prossime elezioni legislative e alla formazione del governo. Lo ha dichiarato oggi a Tripoli il ministro delle Finanze e del Petrolio del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Ali Tarhouni. «Non ci saranno nuovi contratti contratti in questo periodo di transizione, né per Total né per alcuna altra compagnia», ha dichiarato il ministro interpellato dalla stampa in occasione della visita in Libia di una delegazione di 80 imprese francesi.
«Il solo governo che può accordare nuove concessioni petrolifere è un governo eletto e ciò sarà possibile una volta che avremo una costituzione», ha spiegato Tarhouni.

80 le aziende francesi in missione per trovare interlocutori - Gli imprenditori di 80 aziende francesi sono oggi in Libia per prendere contatti con le nuove autorità libiche e garantirsi un ruolo nella rilancio della produzione petrolifera e nella ricostruzione del Paese.
La missione vede coinvolte aziende dei settori dell'energia, dell'edilizia, dei trasporti, dell'agroalimentare, delle telecomunicazioni, della sicurezza, della gestione del territorio, della sanità, delle banche, dell'acqua e dell'ambiente. Undici imprese petrolifere e del gas, tra cui Total, Technip, GDF Suez Exploration e production, saranno rappresentate dal Gruppo delle imprese del petrolio e del gas (Gepp).
Jean-Jacques Royant, del Gepp, ha spiegato alla France presse che l'obiettivo della missione è di riprendere i contatti con «i nostri soliti interlocutori per porre le basi per il futuro».
Sono circa 50 le imprese francesi che hanno già base in Libia e circa 250 quelle che vantano rapporti commerciali con il Paese del Nord Africa, stando ai dati della Camera di commercio franco-libica, secondo cui le vendite francesi in Libia sono state pari a un miliardo di euro nel 2010.
Se «la Francia beneficia naturalmente dell'immagine di un paese che ha collaborato alla liberazione della Libia, gli omaggi politici non compenseranno le differenze di competitività o di competenza», ha ammesso il ministro per il Commercio estero Pierre Lellouche, precisando che al momento «la principale difficoltà è avere interlocutori».
La produzione petrolifera libica si attestava attorno a 1,6 milione di barili al giorno prima della rivolta contro Muammar Gheddafi.