20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
La crisi del debito sovrano

Tremonti si appella alla Germania: «La soluzione della crisi dipende voi»

A Washington il Ministro sceglie un basso profilo: «I tedeschi devono abbandonare le incertezze per investire sull'Europa, anche nel loro stesso interesse»

WASHINGTON - A pochi giorni dalla cruciale decisione del Parlamento di Berlino sul rafforzamento del fondo europeo «salva-stati», il ministro dell'Economia Giulio Tremonti lancia un appello alla Germania. La soluzione dell'attuale grave crisi che investe Eurolandia, sottolinea, passa proprio dai tedeschi che devono abbandonare le incertezze per investire sull'Europa, anche nel loro stesso interesse.

In una dichiarazione resa alla Rai e a Sky senza contraddittorio a margine degli incontri annuali del Fondo Monetario Internazionale, il ministro ha osservato che «In Europa c'è l'epicentro della crisi e la soluzione può essere solo se la Germania definisce una posizione meno incerta, più certa. Se ha il coraggio, la forza e la visione di investire sull'Europa per il bene dell'Europa ma anche per il bene della Germania».

In altri termini secondo Tremonti «Adesso tutto dipende dall'Europa, in Europa dipende dalla Germania, e in Germania dipende dalla capacità, che penso abbiano e devono avere, di superare le loro incertezze e di capire che l'Europa è un bene comune per tutti, compresi loro».

Le parole di Tremonti giungono in un momento delicatissimo per lo stesso ministro e per il Governo, dopo le polemiche per la sua assenza al voto parlamentare, che ha avuto esito negativo ma di misura, sulla richiesta d'arresto del suo stretto collaboratore Marco Milanese. E nel pieno delle critiche provenienti da molti esponenti della sua stessa maggioranza che chiedono una limitazione dei poteri del ministro dell'economia.

Così, giunto a Washington, Giulio Tremonti ha scelto il basso profilo. Prima nessun contatto diretto con la stampa e l'entrata da un ingresso secondario al vertice G20 di giovedì sera. Poi, questa mattina, incontri istituzionali, a partire da quello con il direttore del Fondo Christine Lagarde, e nella tarda mattinata la dichiarazione sulla Germania, resa ad alcune emittenti radiotelevisive ma senza alcun contraddittorio. In attesa della conferenza stampa programmata per sabato.

Il ministro davanti ai microfoni ricorda che «la situazione è complicata nel mondo, ed è la ragione dei lavori che ci sono qua nel G20, è complicata in Europa, anzi è l'Europa questa volta che causa la confusione e la preoccupazione». Nel 2008 «a Washington, al G20, anche in questa stanza attraverso continui contatti ci fu la capacità - sottolinea Tremonti - di contenimento della crisi e nell'autunno del 2008 la crisi fu in qualche modo gestita. Adesso è tornata, ma nella forma di una crisi europea».

Tremonti aveva ricordato pubblicamente l'importanza delle decisioni che dovrà assumere la Germania già la scorsa settimana in occasione dell'Ecofin informale di Breslavia, in Polonia. Il Parlamento tedesco sarà chiamato infatti a ratificare le misure per il potenziamento del fondo europeo salva-stati, l'Efsf, il prossimo 29 settembre. Il cammino per rafforzare tale strumento appare comunque difficile. Una volta ottenuta la ratifica da parte di tutti i paesi della zona euro, il fondo Efsf avrà il potere di acquistare sul mercato secondario titoli dei paesi euro affiancando una competenza che ora è nelle mani della sola Banca centrale europea, e di partecipare in caso di necessità al rafforzamento patrimoniale delle banche.

Ma, malgrado tali nuovi compiti gli siano state attribuiti dai capi di stato e di governo europei, i rappresentanti dei Tesori dei Paesi di Eurolandia - ai quali è stato affidato il compito di definire i dettagli per rendere l'Efsf operativo su tali basi - non riescono ancora a definire un terreno comune. E la crisi, come dimostrano anche gli ultimi sviluppi sui mercati, incalza. Con l'Italia che è nell'occhio del ciclone.

«Con gli investitori - si sfoga un autorevole partecipante agli incontri di Washington - parliamo tutti i giorni. E in queste ore tutti giudicano l'Italia come si parlava della Grecia un anno fa». Mentre i titoli della Repubblica, ed è una delle cose più preoccupanti, continuano a perdere terreno rispetto alla Spagna nel differenziale di rendimento nei confronti dei titoli tedeschi.