19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
ZeroEmission Rome 2011

Nel fotovoltaico 31 mila posti di lavoro e 2 mld di investimenti

Per la filiera industriale del settore serviranno quasi 2 miliardi di Euro di investimenti che possono portare a 6.200 posti di lavoro diretti e altri 24.800 nell’indotto

ROMA - Trentunomila posti di lavoro nell’industria dei pannelli solari in Italia nei prossimi due o tre anni. Questa la stima di Alberto Giovanetti, segretario generale del Comitato Ifi (Industrie fotovoltaiche italiane) che ha presentato la situazione del settore nel corso di un convegno a ZeroEmission Rome 2011.

Per la filiera industriale del settore serviranno quasi 2 miliardi di Euro di investimenti che possono portare a 6.200 posti di lavoro diretti e altri 24.800 nell’indotto. Questo se i trend di crescita della richiesta di energia solare saranno confermati.
Giovanetti ha illustrato lo scenario sottolineando che a fronte di un mercato europeo che ha assorbito una capacità produttiva di 14,3 GW, le industrie europee sono state in grado di produrre solo 2,6 GW, nonostante il potenziale produttivo sia di 7,5 GW. E questo perché il mercato europeo ha assorbito una gran parte della produzione cinese, stimata in una quota dell’ 82%.

Per Giovanetti si tratta di «un suicidio industriale e commerciale che non è dovuto né alla qualità né alla capacità degli imprenditori europei di gestire le loro aziende in modo efficiente, ma da una politica aggressiva di incentivazione all’export da parte della Cina». Giovanetti ha quindi chiesto politiche rigorose di incentivazione anche per la produzione italiana e europea: «Lo scorso agosto il decreto ha previsto un incentivo del 10% nel IV conto energia per la produzione europea, ma le regole sono già state aggirate. E’ necessario un controllo rigoroso per evitare che si aggiunga al danno anche la beffa di chi riesce a ottenere la maggiore incentivazione attraverso certificazioni non codificate, favorendo di nuovo la concorrenza cinese».

L’Italia è attualmente il terzo paese europeo per capacità produttiva con una quota del 12,9% dietro alla Germania che copre da sola il 43,4% e la Spagna con il 17,3%.