19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Il Sud Magazine

Rigassificatore di Porto Empedocle: si ricorre alla Corte di Giustizia europa

Mentre il Fai cambia idea con una clamorosa retromarcia

ROMA - Non è bastata neanche la sentenza del Cga a mettere un punto alla controversa vicenda del rigassificatore di Porto Empedocle. Come si ricorderà, lo scorso luglio, i giudici amministrativi di secondo grado hanno ribaltato la sentenza del Tar che, accogliendo un ricorso del comune di Agrigento e di numerose associazioni ambientaliste e di consumatori, aveva bloccato il progetto dell'Enel di costruire un enorme impianto di rigassificazione a pochi chilometri dalla Valle dei Templi. Ma la sentenza del Cga non ferma l'amministrazione comunale di Agrigento e i cittadini che al mensile il Sud di settembre, in questi giorni in edicola, hanno annunciato la loro prossima mossa: «Non ci arrendiamo. Stiamo preparando un ricorso alla Corte di giustizia europea. In caso di incidente quell'impianto potrebbe creare danni notevoli ai Templi e a tutta la zona che invece dovrebbe puntare sullo sviluppo turistico» dice a il Sud il sindaco della città dei Templi, Marco Zambuto. E intanto il Fai, che qualche tempo addietro si era schierato a favore dell'impianto (che è incluso nella direttiva di Seveso che classifica i siti industriali ad alto rischio) annuncia a il Sud una clamorosa retromarcia: «Non sapevo che tra i rischi dell'impianto ci fossero anche quelli legati a forti esplosioni» dice a il Sud Giulia Maria Mozzoni Crespi «se è così meglio farlo offshore». Il Sud ha sentito anche l'Unesco che sull'argomento allarga le braccia: «Certo avrei preferito si facesse altrove» dice Gianni Puglisi che dell'Unesco è il rappresentante in Italia. Sul mensile in edicola tutti i dettagli di una storia controversa e ancora tutta da verificare.