29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Oltre 2 milioni i senza lavoro

Lavoro, a luglio disoccupazione stabile all'8%

Istat: «Arrestata l'emorragia, ma la ripresa è modesta». Prosegue il calo della disoccupazione giovanile. Sacconi: «Andamento occupazione positivo ma contenuto». Inps-Ministero della Gioventù: «Fondo per giovani genitori precari»

ROMA - Disoccupazione stabile nel mese di luglio. Lo ha comunicato l'Istat diffondendo i dati provvisori su Occupati e disoccupati. A luglio il tasso di disoccupazione si è attestato all'8%, non facendo registrare variazioni rispetto a giugno. Su base annua il tasso è calato di 0,3 punti percentuali.
A luglio sono oltre 2 milioni (2.009mila) i disoccupati, in aumento dello 0,3% rispetto a giugno. «Si è arrestata l'emorragia di posti di lavoro rispetto al periodo prima della crisi - hanno spiegato i tecnici dell'Istat - ma la ripresa del mercato del lavoro è modesta».
A luglio gli occupati sono 22.956mila unità, in aumento dello 0,2% (+36mila unità) rispetto a giugno. Su base annua l'occupazione ha fatto registrare un aumento dello 0,4% (+88mila unità). Le variazioni positive riguardano sia gli uomini che le donne. Il tasso di occupazione è risultato pari, come nei due mesi precedenti, al 56,9%, stabile sia su base mensile che annua.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono diminuiti dello 0,2% (-33mila unità) rispetto a giugno e il tasso di inattività si è attestato al 38%.

Prosegue intanto il calo della disoccupazione giovanile. A luglio il tasso di disoccupazione giovanile è sceso per il secondo mese consecutivo attestandosi al 27,6% con una diminuzione congiunturale di 0,2 percentuali.

Sacconi: «Andamento occupazione positivo ma contenuto» - La periodica rilevazione Istat, combinata con i dati sulla cassa integrazione, «evidenzia un andamento dell'occupazione positivo ma contenuto nei limiti della ripresa in atto», afferma il ministro del Welfare Maurizio Sacconi.
«Gli occupati crescono di 36 mila unità rispetto a giugno scorso e di 88 mila rispetto al luglio del 2010 così come scendono gli inattivi e i disoccupati tra i giovani. Allo stesso tempo molti cassintegrati sono rientrati al lavoro come ci dicono i dati dell'inps e non si riverberano sui dati Istat perché avendo mantenuto il rapporto di lavoro figurano come occupati», osserva il ministro in una nota.
Il Governo «conferma l'obiettivo di alzare la propensione ad assumere o a mantenere persone nel rapporto di lavoro a parità di crescita economica attraverso gli incentivi nel Mezzogiorno, i contratti di inserimento delle donne, il nuovo apprendistato e l'evoluzione delle relazioni industriali con particolare attenzione alla contrattazione aziendale», sottolinea Sacconi.

Cgil: «Molto preoccupanti i dati sulla disoccupazione» - «Siamo di fronte ad una pericolosissima ed evidente stagnazione occupazionale che può rapidamente trasformarsi in una nuova depressione senza interventi adeguati». Lo afferma Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil che commenta i dati sulla disoccupazione diffusi oggi dall'Istat.
«Da mesi - dice Fammoni - i dati si attestano su 2 milioni di disoccupati formali(che poi in realtà sono molti di più se si considerasse almeno una quota di inattivi), un tasso di occupazione sotto il 57% e cioè dieci punti più basso di quello europeo, una disoccupazione giovanile altissima». Le cose non migliorano affatto e «rispetto alla stessa data del 2008, sempre prendendo a riferimento l'Istat, mancano all'appello più di 500.000 posti di lavoro».
Non ci si può neppure consolare con le nuove assunzioni, visto che per l'80% si tratta di lavoro temporaneo, instabile e a orario ridotto. Insomma è «questa l'inconfutabile realtà di un Paese con i consumi fermi a livello di dieci anni fa e quindi con una produzione molto bassa. Serve dunque sviluppo - spiega il sindacalista - senza il quale in questa situazione già grave può aprirsi un nuovo baratro relativo al futuro dei lavoratori delle tante aziende in crisi e per le centinaia di migliaia di persone in cassa integrazione».
Da questo punto di vista le azioni del governo sono sbagliate o largamente insufficienti. «La manovra - dice ancora Fammoni - con i suoi effetti depressivi peggiorerà ulteriormente questa situazione. Mentre la priorità dovrebbe essere quella di introdurre tutele per il lavoro e risorse per consumi e investimenti, una manovra sbagliata e iniqua usa la crisi per togliere diritti ai lavoratori.
Lo sciopero generale del 6 settembre rappresenta dunque una formidabile occasione per dire basta a tutto questo, proporre la alternative, ridare centralità al lavoro e ai suoi problemi e per voltare davvero pagina».

Cisl: «Ripresa ancora modesta» - I dati sull'occupazione diffusi oggi dall'Istat «ci consegnano un mercato del lavoro stagnante, con segnali di ripresa ancora deboli. Se sembrano essersi fermate l'emorragia degli occupati e la crescita degli inattivi registriamo che, con il mese di luglio, i disoccupati in Italia sono tornati al di sopra dei due milioni di unità, dato certamente non positivo». Lo sostiene in un nota il Segretario Generale Aggiunto della Cisl Giorgio Santini.
«In uno scenario di incertezza come quello che il Paese sta vivendo ci sono misure importanti, come il credito di imposta per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno che, da mesi, attendono, per divenire operativi, un decreto interministeriale e la conclusione del confronto con l'Unione Europea, così come sono inspiegabilmente ferme le agevolazioni contributive per i datori di lavoro che assumono ultracinquantenni disoccupati. E' necessario - continua Santini - agire su più fronti: incentivare assunzioni e stabilizzazioni, a partire dalle fasce più deboli, rafforzare politiche attive di riqualificazione dei lavoratori a rischio, implementare misure di ricollocazione nel mercato del lavoro che si misurino sempre più sui risultati conseguiti».
«Infine - conclude Giorgio Santini - per arginare una disoccupazione giovanile ancora tra le più alte d'Europa, va reso al più presto pienamente operativo il recente accordo tra Governo, Regioni e parti sociali sull'apprendistato».

Inps-Ministero della Gioventù: «Fondo per giovani genitori precari» - Un fondo da 51 milioni di euro per incentivare le assunzioni di giovani genitori disoccupati o precari e per combattere il fenomeno dell'allontanamento delle giovani donne dal posto di lavoro dopo la gravidanza. Lo ha annunciato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, spiegando che il fondo, gestito dall'Inps, punta a riconoscere ai giovani genitori precari una dote trasferibile ai datori di lavoro che li assumono con contratto a tempo indeterminato.
L'ammontare della dote trasferibile è pari a 5mila euro per ogni assunzione fino al limite delle cinque assunzioni per ogni singolo datore di lavoro. I beneficiari saranno i giovani under 36 con figli minori. Presentando l'iniziativa, il ministro ha ricordato: «Una donna su quattro che mette al mondo un bambino, non rientra più nel mondo del lavoro. Oggi, fare figli in Italia rischia di diventare un bene di lusso». Il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, ha spiegato che l'accesso al fondo avverrà «per via telematica: non ci sono protocolli, nè attese, nè delibere. L'incentivo sarà libero dal giorno successivo alla richiesta e i controlli verranno fatti ex post».